Da sabato 22 a domenica 30 settembre
Palazzo SS. Salvatore, sala esposizioni
piazza Garibaldi 7 – S. Giovanni in Persiceto
“Frammenti di bellezza a rianimare il buio”
Mostra con opere di Franca Masserelli, Mario Accorsi e Giovanni Martini, promossa dall’associazione “Sentieri africani” col patrocinio del Comune.
Orari: feriali 18-21.30
sabato e festivi 10-12.30 e 17-21.30
Franca Masserelli – poesia
Tutti abbiamo il ricordo di una poesia che ci portiamo dentro: “Il sabato del villaggio” di Leopardi, “X agosto” di Pascoli e molte, molte altre. Indelebili nella nostra memoria, custodite gelosamente. Scrivere poesia è uno sforzo titanico, l’impegno più grande e intenso del letterato: deve comprimere dentro ad una quartina, ad una strofa, uno stato d’animo, un sentimento, un’energia che devono esplodere ogni qualvolta la si legga. E più la scrittura è profonda e sentita, più grande è il fragore che ne esce, catturandoci. Questo è quello che accade quando i versi di Franca scorrono sotto i nostri occhi perché le parole diventano acqua, cielo, terra, cosmo insomma. Ho sempre pensato a lei come ad un vulcano in continua eruzione che col suo magma poetico e i suoi lapilli sentimentali ci illumina, lastricando la nostra vita di poesia.
Mario Accorsi – fotografia
Mario fotografa da molto tempo ormai, da quando la scelta di una pellicola inadeguata metteva a repentaglio tutto il lavoro. 100, 200 o 400 ASA? Sembra passato un secolo. Poi c’era da impostare l’otturatore, si mirava e bang, si sparava lo scatto. Passava una settimana per avere i provini dai quali scegliere gli scatti migliori per la stampa su carta. Ma quale? Lucida? Opaca? Seppiata? Ilford? Kodak? Poi un’altra settimana per sfogliare le foto che, qualche volta, lasciavano l’amaro in bocca. La tecnologia ci dà ora la possibilità di vedere subito l’immagine catturata, scegliendo poi nella moltitudine ciò che ci piace di più. Nostalgia? No! Una cosa non è cambiata, il soggetto, ciò che inquadri nel mirino, una piccola finestra sul mondo che ci circonda. Ecco, Mario attraverso le sue macrofotografie ci offre un saggio del suo voyeurismo accademico, rimandandoci ad una visione umana del mondo intorno a lui; in alcuni casi assume aspetti di luce teatrale, a volte, oserei dire, caravaggieschi. Forse ho osato troppo, ma non esagero nel dire che Mario ha la capacità di offrirci una realtà nuda, vera, senza compromessi, che diventa arte.
Giovanni Martini – mosaico
Giovanni, pazientemente, spacca pietre dure come il marmo, taglia pezzi di vetro sino a farli diventare tante piccole tessere per un disegno che solo lui ha in testa. Poi le incolla su superfici orizzontali o perlopiù verticali, fissandole in immagini che scaturiscono dalla fantasia e dalla capacità fisica e surreale di contaminare lo spazio. Solo a lavoro finito appare l’opera nella sua interezza, svelando il significato o forse il mistero della vita. Tra le tecniche pittoriche ha scelto la più difficile e faticosa, il mosaico, declinandolo non nella tradizione classica ma in una interpretazione tutta sua, intima, personale. I suoi lavori spaziano da visioni paesaggistiche, religiose, all’imitazione della natura. Dentro ad ogni mosaico leggiamo non solo il dato fenomenico ma la cifra più nascosta: passione, ricerca, sofferenza. La sua insostenibile pesantezza dell’essere non la confesserà mai, ma dentro di lui c’è un tumulto di idee e di capacità creativa che vanno oltre il limite umano, perché Giovanni è semplicemente iperumano.
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