Com’è iniziata la tua passione per la scrittura?
Da bambina leggevo moltissimo e, dovendo cambiare spesso città per motivi legati al lavoro di mio padre, nei libri e nelle storie ho trovato il mio rifugio naturale dove crescere. Ogni trasloco, comportava inevitabilmente, per me e la mia famiglia, un necessario adattamento al luogo, alle persone, alla casa…e mentre tutto intorno a me cambiava, nella scrittura ho posto radici. Una passione che ho sempre coltivato, ricordo ancora quando ho realizzato i miei primi “libretti” (avevo all’incirca dieci anni) e con cura mi accingevo a completare i racconti con illustrazioni e rilegatura personalizzati.
E la tua partecipazione ai concorsi letterari, è arrivata in un secondo momento?
I primi ad accorgersi della mia passione per la scrittura sono stati proprio i miei genitori che, quando avevo 17 anni, mi hanno suggerito di iscrivermi al concorso letterario Premio H. C. Andersen, dedicato alla letteratura per l’infanzia, così ho deciso di inviare una mia fiaba inedita. Ed è successo che sono arrivata tra i finalisti e partecipare a questo Festival a Sestri Levante è risultata essere un’esperienza talmente entusiasmante che, da allora, non ho perso occasione di scrivere e di partecipare ad altri concorsi letterari.
La passione per la scrittura – si potrebbe dire – è sempre stata una costante nella tua vita, riflette dunque le tue esperienze personali?
I brani che compongo sono, in realtà, quasi tutti frutto di fantasia, dunque inventati. In generale per me scrivere è liberatorio, scrivo per far posto alle sensazioni che provo. E quindi succede, a volte, che le mie storie riflettono i miei stati d’animo e le esperienze che vivo, pur senza essere propriamente dei racconti di contenuto autobiografico. Oppure, come è stato per il racconto “Le labbra mute” che ho presentato al concorso Premio Svicolando, attingo da storie vere e reali che, in un certo qual modo, mi hanno colpito.
Parlaci della tua esperienza al Premio Svicolando [Marina Martelli, Prima Classificata alla VI° edizione del 2017 ].
Per il Premio Svicolando (al quale si poteva partecipare proponendo un racconto breve riferito ad un fatto realmente accaduto) ho voluto ridare voce ad una vicenda, appresa durante un servizio televisivo, intrisa di amore per la vita e di buoni sentimenti. Trattandosi della storia di due deportate, madre e figlioletta, che insieme decidono di compiere un gesto di umana generosità nei confronti di un’altra donna in procinto di partorire, ne è scaturito un brano commovente e carico di speranza per le generazioni future.
Partecipare a concorsi letterari è quindi, per te, uno stimolo per continuare a scrivere?
Nella mia esperienza, partecipare a concorsi letterari significa mantenere viva una passione che, non essendo la mia attività principale, ha bisogno di slancio e nuovi stimoli. Inoltre, attraverso i concorsi ho avuto occasione di conoscere e confrontarmi con altri scrittori, con alcuni dei quali si è andata creandosi una solida rete di amicizie e sinergie. Senza contare poi che inseguire le proprie passioni è importante per noi stessi, in quanto contribuisce ad accrescere la nostra autostima.
Laura Palopoli