Un Persicetano al CETA
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Francesco Furlani, collaboratore dell’ex Ministro oggi vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro.
Francesco, lo scorso aprile sei stato invitato a Montreal dal Ministro delle Relazioni Internazionali del Québec per discutere del CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), ovvero l’accordo economico e commerciale tra l’Unione Europea ed il Canada, di cosa si tratta esattamente?
Il CETA, entrato in vigore in forma provvisoria lo scorso 21 settembre, rappresenta uno degli accordi più ambiziosi e completi mai conclusi tra Unione Europea e Paesi terzi. Molte sono le novità: abolizione dei dazi doganali, reciproco riconoscimento delle certificazioni per molti prodotti a partire da quelli alimentari, libero accesso al mercato canadese per gli appalti e forniture pubbliche, condizioni prevedibili per gli investitori e prevenzione contro le copie illecite dei prodotti tradizionali dell’UE.
Che impatto si prevede per il mercato europeo ma soprattutto per quello italiano?
Considera che le esportazioni italiane in Canada pesano per oltre 2.7 miliardi di euro e l’Emilia-Romagna risulta essere la terza regione con oltre 405 milioni di euro. Per quanto riguarda il settore agroalimentare, che risulta essere quello con numeri migliori negli ultimi anni, il Paese nordamericano rappresenta l’undicesimo mercato per l’Italia con un trend che dal 2000 ha registrato un +66.3%.
Quindi, quali sono concretamente i vantaggi per il nostro sistema agroalimentare?
Fondamentale è stato l’inserimento all’interno dell’accordo di 172 prodotti Dop e Igp (41 di questi sono prodotti italiani di cui 12 emiliano-romagnoli e rappresentano la quasi totalità dei nostri prodotti esportati in Canada ) ai quali le autorità canadesi dovranno garantire un livello di tutela assimilabile a quello europeo. Ricordo tra i prodotti tutelati: Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, gli Aceti balsamici Dop e Igp di Modena e la Mortadella Bologna.
Inoltre, la lista di prodotti Dop e Igp inserita nell’accordo, potrà eventualmente essere implementata in futuro con ulteriori prodotti se questi troveranno mercato in Canada.
Abbiamo già qualche dato che accerti realmente questa convenienza post CETA?
Sono passati davvero pochi mesi dall’entrata in vigore dell’accordo ma i numeri sono strepitosi. Basti pensare che il Parmigiano Reggiano e Grana Padano hanno registrato un + 16% mentre il Prosciutto di Parma addirittura un +55%.
Come la mettiamo con le tutele fitosanitarie? Sappiamo che vengono utilizzate, nel mercato canadese, carni con ormoni e OGM. Non rischieremo di trovarcele sulla nostra tavola?
Grazie per l’ottima domanda. Durante la mia visita in Québec sono stato personalmente presso il Ministero dell’Agricoltura ed ho visionato il loro laboratorio di analisi chimiche e devo dire che sono davvero all’avanguardia. Inoltre, è bene ricordarlo, nessun trattato commerciale può modificare i Regolamenti europei, soprattutto quelli che riguardano i nostri elevatissimi standard di qualità. Di conseguenza ciò che era vietato rimane vietato e ciò che non poteva entrare in Europa non entrerà nemmeno ora.