Sempre più residenti, ma sempre più anziani, soprattutto nel territorio metropolitano, che tra quindici anni conterà circa 1 milione e 42 mila residenti, oltre 30 mila in più di oggi. Sono stati illustrati a palazzo Malvezzi martedì 26 giugno gli scenari demografici per l’area bolognese al 2033, contenuti in uno studio realizzato nell’ambito di un accordo di collaborazione istituzionale fra Città metropolitana e Comune di Bologna in tema di statistica e ricerche demografiche, sociali ed economiche.
Dunque, nei prossimi anni la città di Bologna supererà la quota dei 400 mila abitanti e a compensare il calo del numero dei nati ci sarà, come ormai accade da tempo, il saldo migratorio positivo. Se questo non ci fosse, la popolazione in età lavorativa sarebbe destinata a ridursi nei prossimi 15 anni di quasi centomila unità nell’intera area metropolitana. Cala invece comunque il numero dei bambini, mentre aumenta il numero degli over 65 e degli over 80 soprattutto in provincia, dove l’età media sarà più alta di quella dei residenti in città.
Dal 1983 l’Ufficio di Statistica del Comune di Bologna elabora, a scadenza triennale e con un orizzonte temporale di 15 anni, delle previsioni demografiche per l’intera Città metropolitana di Bologna, per il comune capoluogo e per l’insieme degli altri 54 comuni che ne fanno parte. Oggi il percorso di lavoro per la realizzazione dello studio ha coinvolto naturalmente anche Città metropolitana; inoltre le analisi preliminari e la definizione delle ipotesi alla base delle previsioni sono state discusse e condivise nell’ambito di un gruppo di lavoro interistituzionale formato dall’Ufficio di Statistica del Comune di Bologna, dal Servizio Studi e Statistica per la programmazione strategica della Città metropolitana di Bologna, dalla Regione Emilia-Romagna e dalla sede territoriale dell’Istat per l’Emilia-Romagna.
Le previsioni coprono come sempre un arco temporale di 15 anni, dunque fino al 2033, e hanno come base la popolazione residente al primo gennaio 2018 (dato provvisorio, non essendo ancora disponibile quello definitivo per singolo anno di età e sesso al momento dell’elaborazione degli scenari). Dal punto di vista tecnico, sono state predisposte accanto all’ipotesi tendenziale, sei varianti per ciascuna delle tre componenti: fecondità, speranza di vita, migratorietà.
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La popolazione residente
Dopo un lungo periodo di riduzione e successiva stagnazione demografica, iniziato nella seconda metà degli anni ‘70, la popolazione residente nella Città metropolitana di Bologna è tornata a salire senza soste e ha superato già nel 2014 il milione di abitanti. Poco meno del 40% di essi vive nella città di Bologna. Coerentemente con questo andamento, le attuali previsioni ipotizzano che la popolazione residente continui ad aumentare anche nei prossimi quindici anni, tanto nel capoluogo quanto nell’insieme degli altri comuni metropolitani, in maniera continua seppur contenuta.
Più nel dettaglio, per la Città metropolitana le diverse ipotesi prospettano variazioni della popolazione di diversa intensità assoluta, ma sempre di segno positivo: al 1° gennaio 2033 si ipotizza infatti un numero di abitanti compreso fra 1.033.000 (nel caso della variante più bassa) e quasi 1.051.000 (in quella più alta), con aumenti rispetto alla situazione attuale che vanno da quasi 22 mila persone in più (+2,2%) a circa 39.500 (+3,9%). L’ipotesi tendenziale, posizionata più o meno a metà tra le due varianti, prevede un numero di residenti intorno al milione e 42 mila abitanti a fine periodo, corrispondente al 3% in più in 15 anni (+30.700 residenti).
Per il comune di Bologna si passerebbe, sempre nell’ipotesi tendenziale, dagli attuali 389.261 abitanti a circa 407.500, con un aumento del 4,7% nel periodo ed un range che va da 403.200 (+3,6%) a poco meno di 412.000 (+5,8%).
La crescita relativa del capoluogo supera, seppur di poco, quella degli altri comuni metropolitani, che guadagnerebbero solo il 2% in 15 anni.
La natalità
Alla positiva evoluzione demografica della Città metropolitana ha fornito un contributo significativo la ripresa delle nascite, che è iniziata negli anni ‘90 ed è proseguita per oltre un ventennio: si è così saliti progressivamente dai circa 5 mila nati del 1986 agli oltre 9 mila del 2009. In seguito il trend si è invertito e nel 2017 i nati sono stati 7.506. Nelle previsioni questo trend rimane confermato fino al 2024 per poi invertirsi e tornare a far leggermente salire le nascite fino al 2033.
In particolare la leggera diminuzione delle nascite dovrebbe essere continua fino a stabilizzarsi negli ultimi anni per il Comune di Bologna (-3,5%), mentre nel complesso degli altri 54 comuni si assisterebbe ad un calo iniziale e a una successiva ripresa. Tutto questo a fronte di una sostanziale stabilità del numero medio di figli per donna.
La mortalità
Per quanto riguarda la mortalità si assiste, nel lunghissimo periodo, a un aumento dei decessi; nel 2017, nella Città metropolitana, sono stati 11.877, circa 4.400 in più dei nuovi nati, numero che tenderà ulteriormente ad aumentare per il progressivo invecchiamento della popolazione, cui si contrappone il significativo innalzamento della vita media favorito, tra le altre cose, dai progressi raggiunti in campo medico, dal generale miglioramento delle condizioni di vita della popolazione e da più corretti stili di vita.
Le ultime tavole di mortalità annuali per tutte le province italiane posizionano la speranza di vita alla nascita per il territorio metropolitano di Bologna nel 2016 a 81,5 anni per gli uomini e a 85,6 per le donne, valori molto elevati sia in ambito nazionale sia rispetto a quelli registrati negli altri Paesi europei più sviluppati. Nel Comune di Bologna, nel periodo 2015-2017, la vita media è stata di 81,3 anni per gli uomini e 85,5 anni per le donne, anche se questo dato va valutato considerando, in quel triennio, una mortalità particolarmente alta a causa anche delle eccezionali condizioni climatiche.
Osservando le previsioni dei decessi, attualmente, si osserva un andamento in lieve calo per il Comune di Bologna e un trend in crescita per l’insieme degli altri comuni.
Il movimento migratorio
Da molto tempo nell’area metropolitana bolognese il numero di cittadini in arrivo supera nettamente quello dei cittadini che decidono di andar via, tendenza particolarmente visibile negli ultimi venti anni. Anche per il Comune di Bologna si è verificata la stessa situazione a partire dagli anni novanta. Nell’elaborazione delle previsioni demografiche il saldo migratorio è certamente la variabile di più difficile da determinare, dato che presuppone la formulazione di numerose ipotesi, tra cui l’andamento dell’economia e dei suoi riflessi sulle dinamiche occupazionali e lo sviluppo del territorio, con particolare riferimento alla nascita di nuovi insediamenti abitativi.
Nelle previsioni, è probabile una conferma di questa tendenza e della capacità attrattiva del territorio, anche alla luce della recente ripresa economica.
Solo grazie alla presenza di un saldo migratorio positivo il numero dei residenti in ambito metropolitano può continuare a crescere, dal momento che il saldo tra nati e deceduti è negativo. Se così non fosse, nei 15 anni presi in considerazione, ci sarebbe una perdita di popolazione di oltre 66.800 persone; il saldo migratorio previsto, invece, dovrebbe garantire un incremento del numero di residenti di 97.500 persone nell’intero periodo di previsione. Come risultato di queste due dinamiche di segno opposto la popolazione totale dovrebbe aumentare di quasi 30.700 unità.
Come cambierà la composizione per età della popolazione: i giovani
Veniamo ora all’esame della popolazione tra 0 e 24 anni, a livello metropolitano dovrebbe rimanere abbastanza stabile nel suo complesso, con una diminuzione dei bimbi tra 0 e 2 anni fino al 2026, specchio dell’evoluzione della natalità, di conseguenza diminuiranno di circa il 10% i bambini tra 3 e 5 anni di età, si ridurrà sensibilmente anche la popolazione tra 6 e 10 anni e, dopo una fase di crescita fino al 2021, calerà anche la popolazione tra 11 e 13 anni con un aumento dei giovani tra i 14 e i 18 anni fino al 2025, che torneranno ai valori attuali nel 2033. I giovani tra 19 e 24 anni, invece, saranno in progressiva crescita per tutto il periodo.
Nel comune di Bologna, sempre nei 15 anni presi in considerazione, si prevede un calo del -4,5% nel numero dei bimbi tra 0 e 2 anni, per quanto riguarda i bambini tra 3 e 5 anni di età, si prevede una conferma sui valori attuali per i primi anni e una diminuzione in quelli successivi. Leggera crescita iniziale e poi lieve calo anche per la popolazione tra 6 e 10 anni e crescita dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni (+4,3%), tra i 14 e i 18 anni (+12,9%) e tra i 19 e i 24 anni (+17,1%).
La popolazione in età lavorativa
L’evoluzione futura della popolazione in età lavorativa (convenzionalmente compresa tra 15 e 64 anni) nella Città metropolitana appare in leggero aumento fino al 2026 per poi ridiscendere fino al 2033. In particolare, a inizio 2018 questa fascia di popolazione supera di poco le 634 mila unità che diventerebbero, nel 2026 oltre 642.800 e, nel 2033, 630 mila. Questo andamento rispecchia naturalmente l’andamento dei flussi migratori, che spesso riguardano persone in età lavorativa, senza questo apporto al 2033 si conterebbero circa 540 mila persone, quasi 100 mila in meno rispetto alla precedente previsione, con una particolare diminuzione nella fascia di età tra i 35 e i 54 anni.
Per quanto riguarda la popolazione in età lavorativa quello che accade nella città di Bologna non coincide con quello che accade negli altri comuni metropolitani: in città infatti c’è un aumento per l’intero periodo, mentre nei comuni metropolitani c’è un aumento solo fino al 2025 e poi un calo del -3,4% a fine periodo.
La popolazione anziana
Uno dei fenomeni più significativi della storia demografica del nostro territorio è rappresentato dall’invecchiamento: a titolo di confronto si pensi che il peso relativo degli anziani, convenzionalmente identificati con gli over 64, è salito, nella Città metropolitana, dal 13% del Censimento del 1971 all’attuale 25% , il loro numero assoluto nello stesso periodo è praticamente raddoppiato, passando da quasi 122 mila a 246.700.
Questa tendenza di lungo periodo continuerà probabilmente ancora nel prossimo futuro: a livello metropolitano si prevedono, nel 2033, quasi 300 mila anziani residenti, con un incremento assoluto rispetto ad oggi, di circa 50 mila persone (quasi il 20% in più).
Questo trend dovrebbe accomunare Bologna e il restante territorio, seppur con diversa intensità in considerazione del fatto che Bologna ha già sperimentato un significativo processo di senilizzazione, in parte anche dovuto allo spostamento dei giovani in comuni limitrofi, dove esistevano maggiori possibilità insediative a condizioni più economiche in particolare per le giovani coppie.
Ecco quindi che, mentre l’aumento del numero di anziani dovrebbe attestarsi sul 10% in più a Bologna superando quindi quota 100 mila, nell’insieme degli altri comuni l’aumento è stimato in circa il 25% in più nell’arco temporale di previsione.
L’invecchiamento della popolazione
Ma come invecchia la popolazione anziana? Per i residenti appartenenti alla fascia di età 65-79 anni si prevede una fase di crescita piuttosto sostenuta, quasi il 20% in 15 anni nella Città metropolitana (+12,9% per Bologna e +22,6% per gli altri comuni).
Per quanto riguarda i cosiddetti “grandi anziani” (80 anni e più), a livello metropolitano, si prevede un aumento rilevante (circa il 20% in tutto il periodo preso in considerazione), che supererebbero così quota 100 mila (attualmente sono 83.500), diventando il 10% della popolazione nel 2033, contro l’attuale 8,3%.
Questo fenomeno di invecchiamento riguarderà in misura altamente preponderante il territorio metropolitano esterno a Bologna (+32,3% al 2033), mentre in città si dovrebbe verificare una crescita ma di minore intensità (+5,6%); questo porterà, al contrario di oggi, i comuni del territorio metropolitano, ad avere, in pochi anni, un’età media più elevata di quella degli abitanti di Bologna.
Ufficio stampa Città Metropolitana