8 Marzo, in Emilia-Romagna 2,3 milioni di donne: le politiche della Regione
Emilia-Romagna, una Regione che vuole essere a misura di donna. Una terra dove sono centrali, e in costante aumento, le politiche per la salute fondate su sistemi di prevenzione e programmi di screening, ma anche su interventi per l’accompagnamento in tutto il percorso della gravidanza con consultori e pediatrie di comunità. Dove la conciliazione tra tempo di lavoro e tempi vita, soprattutto di cura, rappresenta un pezzo di welfare regionale che, cercando di crescere sempre di più, si affianca allo storico impegno sui servizi educativi per la prima infanzia. Una terra dove il lavoro parla sempre di più al femminile, con un tasso di occupazione secondo in Italia solo al Trentino Alto Adige e con una impresa su cinque guidata da una donna.
In un’Emilia-Romagna che conta quasi 2,3 milioni di donne residenti, in vista della ricorrenza dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, la Regione traccia un bilancio su quanto fatto e su ciò che è stato messo in campo. E sempre giovedì 8 marzo, si svolgerà a Bologna il convegno “L’ortofrutta è donna!” (Aula Magna della Regione, viale Aldo Moro 30, dalle ore 9,45 alle 13), iniziativa dedicata alle donne che hanno fatto impresa nel settore dell’ortofrutta tra qualità, innovazione e tecnologie.
Sono sei le macro aree in cui si possono riassumere le politiche regionali che direttamente o indirettamente hanno significative ricadute sulla vita delle donne: lavoro, welfare, partecipazione delle donne alla vita pubblica, salute, promozione di una cultura di genere e contrasto alla violenza.
Sulla base dei dati monitorati dai Bilanci di genere realizzati, le risorse stimate dedicate agli interventi per lavoro e imprenditoria femminile e diritto allo studio ammontano complessivamente a circa 176 milioni di euro su base annuale. Mentre per il capitolo welfare, salute e contrasto alla violenza, la Regione stima un investimento complessivo di circa 590 milioni di euro all’anno.
Per il contrasto alla violenza e agli stereotipi di genere, la Regione ha reso disponibili 1,3 milioni euro all’anno, cui si sono aggiunti nel 2017 circa 3 milioni di euro: nelle prossime settimane saranno pronti i risultati del 2^ bando regionale. Le donne che si sono rivolte ai 19 Centri antiviolenza nel 2017 sono state complessivamente 3.951: tra queste, sono 3.543 le donne che hanno subito violenza (fonte Coordinamento centri antiviolenza). Attraverso la Fondazione regionale vittime di reati, nel 2017 sono stati erogati circa 140 mila euro.
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