Calderara: mostra fumetto “M. Kichka. La seconda generazione” fino al 17 febbraio
Nei nuovi spazi della Casa della Cultura “Italo Calvino” di Calderara di Reno (via Roma 29), da poco inaugurata, prosegue, fino al 17 febbraio la mostra di fumetto “Michel Kichka. La seconda generazione”a cura di Vincenza Maugeri e Caterina Quareni, in collaborazione con il Museo Ebraico di Bologna.
Di grande effetto visivo ed emozionale la mostra oltre a mettere in luce la vocazione della Casa della Cultura a diventare anche spazio espositivo, testimonia la prima collaborazione con un’importante istituzione di Bologna e interpreta il tema della memoria attraverso un linguaggio artistico dedicato ai più giovani. Le tavole, tratte dall’omonima graphic novel di Michel Kichka, figlio di un sopravvissuto alla Shoah, hanno il tratto netto e ironico del Kichka autore di vignette satiriche, così come ironico è spesso anche il testo che le accompagna. Ma questa sorta di leggerezza può ritrarsi completamente dalla pagina lasciando spazio al dolore e alla desolazione, o intervenire in maniera sorprendentemente grottesca a sottolineare l’assurdità ontologica dell’intera operazione di sterminio condotta dai nazisti. Il padre dell’autore, Henri Kichka, sopravvive, unico della sua famiglia, a un lungo periodo di detenzione in una serie di campi di concentramento tra cui, ultimo, quello di Auschwitz. Tornato alla vita normale, Henri si sposa e mette al mondo quattro figli, ma non racconta loro la sua storia: la lascia trasparire attraverso segni che non si possono nascondere, come il numero impresso sul braccio, riferimenti sporadici, l’interpretazione di ogni successo scolastico dei figli come una rivalsa su Hitler. Michel cresce quindi in una costante atmosfera di rispetto nei confronti del padre e del suo gigantesco estremo passato, nel desiderio di soddisfare le sue aspettative e di non urtare la sua sensibilità divenuta troppo delicata a causa del suo vissuto. Non lascia esplodere, per questi motivi, il naturale conflitto generazionale che oppone un figlio al padre e solo in età matura, dopo il suicidio del fratello minore -“un’altra vittima della Shoah”, come lo definirà un amico di famiglia – dopo che il padre stesso, ormai pensionato, avrà pubblicato un libro di memorie e si sarà dedicato a rendere testimonianza in conferenze e viaggi della memoria dedicati soprattutto ai giovani, deciderà di rappresentare la propria esperienza della Shoah: un’esperienza non vissuta direttamente ma filtrata attraverso quella dei genitori.
orari: lun-giov-sab dalle ore 10:00 alle ore 20:00
mar- mer-ven dalle ore 15:00 alle ore 20:00
Ingresso libero
Ufficio stampa: PepitapuntoCom