L’Emilia-Romagna cresce producendo ed esportando di più. Attrae nuovi investimenti industriali e tecnologici, anche esteri, rafforzando una tendenza basata su saperi, alte professionalità e condizioni istituzionali e socio-economiche presenti nel territorio regionale.
E, soprattutto, continua a veder calare la disoccupazione, rendendo concreto l’obiettivo della piena occupazione al 2020. Con un aumento del Pil dell’1,7% stimato da Prometeia per fine anno, l’Emilia-Romagna si conferma la prima regione italiana per ritmo di crescita insieme alla Lombardia. Spinta, nel terzo trimestre dell’anno, sia dall’aumento del 2,9% della produzione industriale regionale sia dall’export, che solo per l’industria manifatturiera ha registrato un +6%, per oltre 43 miliardi di esportazioni.
Crescita che continua ad avere diretti riflessi sul mercato del lavoro: nei primi nove mesi del 2017 la disoccupazione è al 6,4% rispetto al 7,1% nello stesso periodo del 2016, mentre a livello nazionale è passata dal 11,5% all’attuale 11,2%. Ma le stime sull’intero anno dicono che il 2017 potrebbe chiudersi con una disoccupazione al 5,9%. Il tasso di occupazione raggiunge così il 68,7%, con il tasso di occupazione femminile al 67,2%, il più alto del Paese insieme a quello del Trentino Alto Adige.
Sono questi alcuni dei dati contenuti nel Rapporto 2017 sull’economia regionale dell’Emilia-Romagna, realizzato in collaborazione tra Unioncamere e Regione e col contributo di Nomisma e Ervet, presentato a Bologna al Centro Congressi di Fico Eataly World.
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