Industria 4.0, multinazionali e grandi gruppi pronti a investire in Emilia-Romagna
Anche da oltre oceano per mettere radici in Emilia-Romagna, considerata un’area territoriale dove investire potendo contare su professionalità esclusive, logistica e infrastrutture, alta formazione (dai Tecnopoli alle Università). A ciò si aggiunge lo strumento normativo che porta a procedure definite e tempi certi, puntando sulla collaborazione fra istituzioni e imprese: la Legge regionale 14/2004 “Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna”. Si è chiusa la prima parte del bando regionale aperto nei mesi scorsi sulla attrattività di investimenti, il secondo dopo quello del 2016, che ha visto l’ammissione di 6 progetti di insediamento e sviluppo presentati da altrettante imprese in settori avanzati di industria 4.0: big data for industry, internet of things, intelligenza artificiale, realta` virtuale e aumentata. Si tratta della multinazionale americana Ibm Italia e della californiana Eon Reality, di Aetna Group con sede a Verucchio (Rn), della faentina Bucci Automations, di Sacmi Cooperativa Meccanici Imola e della modenese Energy Way. Gli interventi proposti hanno superato il vaglio della strategicita` rispetto al sistema produttivo regionale: si tratta di piani che complessivamente prevedono investimenti superiori ai 40 milioni di euro, con la creazione di nuovi posti di lavoro. Risorse alle quali si affiancherebbero quote di cofinanziamento da parte della Regione sui singoli progetti. Adesso il bando prevede si entri nella fase 2, di ulteriore verifica tecnica, per poi chiudersi con la sigla di Accordi regionali di investimento.
I progetti
La californiana Eon Reality, società che sviluppa software e piattaforme digitali al servizio dell’impresa, dell’istruzione e della formazione, punta a insediarsi nella zona industriale Roveri a Bologna, dove propone di far nascere un Centro digitale interattivo, hub italiano per lo sviluppo di contenuti e applicazioni legati alla realtà virtuale aumentata.
Guarda a Bologna anche Ibm Italia, che nel capoluogo regionale vorrebbe realizzare un centro di ricerca su Active intelligence e tre progetti di ricerca e sviluppo relativi all’intelligenza artificiale.
L’idea di Aetna Group Spa, leader nel settore degli imballaggi che guarda ai territori di riferimento, il bolognese e il riminese, è quella di aprire un “techlab 4.0” per la ricerca, sviluppo, applicazione e formazione, anche nel campo del packaging, a Castel San Pietro Terme (Bo) e a Verucchio (Rn).
A Faenza (Ra), la Bucci Automations Spa (macchine e utensili) realizzerebbe un centro ricerche con servizi internet of things per l’automazione industriale.
Lo stesso la Sacmi, storica cooperativa imolese, leader mondiale nei settori delle macchine per ceramica, del packaging, delle macchine per l’industria alimentare e del beverage, farebbe nascere nel suo territorio un centro ricerche e sviluppo sull’applicazione dell’internet of things, con anche ricadute pensate in particolare per il settore delle piastrelle e delle ceramiche.
Infine, la startup Energy Way Srl di Modena, che opera nel settore del data management industriale sviluppando soluzioni innovative per le imprese, attraverso modelli matematici evoluti, svilupperebbe la sua idea d’impresa allargandosi allo studio dei Big Data.
Gli Accordi regionali per l’insediamento
Per le sei aziende decise a investire in Emilia-Romagna che hanno superato la prima fase di selezione (strategicità del programma), nella seconda fase sarà fatta una valutazione puntuale dei contenuti degli investimenti: per quelli che avranno esito positivo saranno siglati gli Accordi regionali per l’insediamento. La Regione supporterà questi investimenti ad alto impatto occupazionale, non solo attraverso l’erogazione di incentivi, ma anche facilitando il rapporto con le istituzioni, enti locali e altri soggetti interessati che operano sul territorio.
Gli investimenti hanno l’obiettivo di accrescere la competitività e la capacità innovativa delle filiere regionali integrandosi col sistema emiliano-romagnolo della ricerca e della formazione avanzata. Gli investimenti debbono produrre significativi effetti occupazionali diretti e indiretti, a livello quantitativo e qualitativo, e generare positive ricadute sul territorio in termini di impatto economico, di sostenibilità ambientale e sociale.
Il primo bando sull’attrattività
Per quanto riguarda il primo bando del 2016, pensato non per la sola Industria 4.0, sono stati 13 i progetti finanziati e in corso di realizzazione. Tra questi figurano anche quelli di Lamborghini, Ducati Motor, Ynap, Teko Telecom, Avl Italia, B.Braun Avitum Italy, Hpe e Ima. L’investimento complessivo previsto è di più di 126 milioni di euro, di cui circa 41 milioni di finanziamento pubblico, e porta con sé 1.200 nuovi posti di lavoro.
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