Rassegna “L’IMMAGINAZIONE E IL POTERE” Quattro incontri a cura di Matteo Marchesini per discutere di filosofia, storia, politica e attualità.
Il 9 novembre, alle 20.30, nella sala polivalente della biblioteca di Anzola dell’Emilia (Piazza Giovanni XXIII, 2) prende il via la rassegna dal titolo “L’Immaginazione e il potere. Pensiero e rivoluzione: dal ’17 al ’77, sessant’anni di rivolta; dalla rivoluzione russa ai movimenti studenteschi, il racconto a tappe di un secolo breve a cavallo tra storia e immaginario, utopia e massacri, politica e filosofia”. L’evento si articola in 4 incontri, a cura di Matteo Marchesini, dove riflettere e focalizzare temi filosofici, storici, politici e di attualità. Il noto critico letterario e scrittore dialogherà di volta in volta con intellettuali di spicco del panorama italiano: Carlo Monaco, Filippo La Porta, Alfonso Berardinelli, Stefano Bonaga. Il ciclo di incontri è organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Anzola dell’Emilia in collaborazione con il Centro Famiglie, che offrirà un rinfresco alla fine di ogni serata.
I successivi appuntamenti sono previsti il 23 novembre, il 12 dicembre e il 18 gennaio 2018, sempre alle ore 20.30, presso la sala polivalente della biblioteca. La partecipazione è libera.
Per informazioni: tel. 051 6502222/225; e-mail biblioteca@comune.anzoladellemilia.bo.it
PROGRAMMA
Giovedì 9 novembre
Gramsci e il ’17: la Rivoluzione contro Marx.
Matteo Marchesini dialoga con Carlo Monaco.
Nella Torino del 1917, il giovane Antonio Gramsci legge la rivoluzione leninista che sta sconvolgendo la storia russa ed europea come un trionfo della volontà e dell’idealismo, capaci di trascendere le concrete condizioni materiali: la considera, cioè, una rivoluzione marxista riuscita a dispetto delle concezioni fissate nel “Capitale” di Marx. In questa posizione confluiscono alcuni caratteri tipici della cultura italiana dell’epoca, che hanno avuto un influsso decisivo su movimenti politici diversi e perfino opposti.
Giovedì 23 novembre
Sartre dopo il ’45: esistenzialismo e comunismo.
Matteo Marchesini dialoga con Filippo La Porta.
Dopo la tragedia della seconda guerra mondiale, molti intellettuali si avvicinano al comunismo, a volte mescolandolo a idee e suggestioni spiritualistiche e nichiliste che costituiscono una parte fondamentale della loro formazione, e che dunque non intendono rinnegare. Uno dei matrimoni più interessanti e strani è quello tentato in Francia da Jean-Paul Sartre tra marxismo ed esistenzialismo, cioè tra una filosofia materialista, imperniata sul collettivo, e una filosofia idealistica, imperniata sull’individuo isolato e sulle sue angosce di uomo libero. Questo matrimonio sarà invece rifiutato da un altro esistenzialista sui generis, il rivale di Sartre Albert Camus.
Martedì 12 dicembre
Marcuse e il ’68.
Matteo Marchesini dialoga con Alfonso Berardinelli.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, con i suoi libri “Eros e civiltà” e “L’uomo a una dimensione”, Herbert Marcuse combinò Marx e Freud per analizzare il nuovo tipo di repressione esercitato nelle società opulente del secondo Novecento: una repressione meno violenta ma più pervasiva di quella tradizionale, fondata sul potere dei mass media, su un falso permissivismo che si traduceva in conformismo, e su un assetto socioeconomico capace di riassorbire qualunque opposizione o alternativa. Per un certo periodo, Marcuse credette quindi che il cambiamento dovesse venire dagli emarginati, dagli esclusi, dai popoli del terzo mondo. Ma fornì molti argomenti anche agli studenti ribelli del ’68, possibile avanguardia di una liberazione più estetica che economica, attraverso la quale gli uomini dell’Occidente avrebbero dovuto riappropriarsi del tempo della loro vita alienata.
Giovedì 18 gennaio
Le macchine desideranti: Deleuze, Guattari e la Bologna del ’77.
Matteo Marchesini dialoga con Stefano Bonaga.
Nel ’77, soprattutto a Bologna, esplose un movimento giovanile e studentesco che a differenza di quello del ’68 sembrava ormai estraneo alla dialettica del Novecento. Rapporti di produzione e ricambio delle classi dirigenti diventavano fantasmi, lasciando in primo piano un estremismo ludico, un’idea tra poetica ed esoterica delle categorie teorico-politiche, e un’attenzione ambigua alle esperienze psichiche borderline o alla logica immediata del desiderio. Il movimento mirava a essere imprendibile, indefinibile, per sfuggire a una società ormai in grado di etichettare, categorizzare e neutralizzare tutto, compresa la Nuova Sinistra. Tra i suoi punti di riferimento ebbero una certa importanza i pensatori francesi Gilles Deleuze e Félix Guattari, che proponevano una filosofia come atto creativo inesauribile, e una visione del mondo dove i poli di soggetto e oggetto, di collettivo e personale sfumavano in un flusso vitalistico inarrestabile e senza nome.
Ufficio stampa Comune Anzola