Persiceto, Piccinini (M5S): “Tagli a urologia, la Regione fermi il depotenziamento dell’ospedale”
Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, ha presentato una interrogazione sul caso della riduzione dell’attività chirurgica in atto dal 13 settembre.
“La riduzione dell’attività di chirurgia urologica è l’ennesimo campanello d’allarme riguardo allo strisciante depotenziamento dell’ospedale di San Giovanni in Persiceto messo in campo dall’AUSL di Bologna. Per questo chiediamo alla Regione di invertire questa rotta e scongiurare così qualsiasi ipotesi di smantellamento dell’assistenza sanitaria”. È questa la richiesta di Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, contenuta in una interrogazione presentata alla Giunta riguardo alla situazione dell’ospedale di San Giovanni in Persiceto. “Dallo scorso settembre sembra che siano state ridotte le attività di chirurgia urologica e rimosse 2 sedute di Sala Operatoria settimanali, senza provvedere all’implementazione dell’attività a bassa e media intensità, come prevede la perversa proposta di riordino degli ospedali – spiega Silvia Piccinini – Attualmente a San Giovanni in Persiceto è presente l’attività urologica in urgenza che però sembra, dai piani dell’AUSL debba essere spostata presso l’Ospedale Maggiore, seppure ad oggi non siano stati resi noti né i tempi e né le modalità. Tutto ciò sta generando una profonda confusione tra i cittadini che giorno dopo giorno assistono a un continuo e costante depotenziamento delle attività dell’ospedale”. Per questo nella sua interrogazione la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle chiede alla Regione di fare chiarezza sulla riduzione delle attività in atto nel reparto di Urologia dell’ospedale e di chiedere all’AUSL un repentino cambio di rotta. “La riorganizzazione messa in atto è in realtà un vero e proprio depotenziamento dell’ospedale, manca l’informazione non solo nei confronti dei cittadini ma anche dei rappresentati delle istituzioni locali che vengono a conoscenza di decisioni solo dopo averle messe in atto. La Regione – conclude Silvia Piccinini – fermi questo meccanismo perverso”.
Regione Emilia-Romagna