Oltre 70 milioni di euro per il rafforzamento e lo sviluppo del sistema ortofrutticolo regionale. Sono i finanziamenti europei erogati nel 2016 alle imprese agricole per gli interventi previsti dai Programmi operativi delle 48 Op (Organizzazioni di produttori) che fanno capo all’Emilia-Romagna, di cui 27 riconosciute dalla Regione e 21 che operano al di fuori del territorio regionale, ma aderiscono alle 6 Aop (Associazioni di organizzazioni di produttori) riconosciute. È il consuntivo dell’attività di controllo esercitata dalla Regione nel quadro dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm) del settore ortofrutticolo che contribuisce al 50% alle spese effettuate dalle Op per sostenere gli investimenti e migliorare la competitività delle imprese.
“Un consuntivo più che lusinghiero- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura e presidente Areflh (“rete” delle principali regioni produttrici europee), Simona Caselli– che testimonia l’importanza e la vitalità di un settore che vale il 28% del Produzione lorda vendibile (Plv) regionale e che deve far fronte ad una concorrenza internazionale sempre più agguerrita facendo leva su innovazione, aggregazione tra imprese e qualità delle produzioni”.
La ripartizione degli aiuti
In Emilia-Romagna sono quasi 11.000 le aziende agricole associate alle Op dell’ortofrutta e rappresentano circa il 50% del totale dei produttori, per un valore della produzione commercializzata di oltre 1,4 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la ripartizione degli aiuti Ue, la fetta più grossa di oltre 30 milioni di euro, è andata a supporto degli investimenti aziendali (rinnovo impianti frutticoli, sistemi di irrigazione, reti antigrandine, attrezzature innovative, ecc.); 15 milioni sono stati destinati ai programmi di assistenza tecnico-agronomica, con particolare attenzione alle sostenibilità ambientale, alla qualità delle produzioni e alle azioni di marketing; oltre 11 milioni sono impiegati per l’ammodernamento degli impianti di lavorazione, confezionamento e conservazione dei prodotti; 6 milioni sono andati a coprire le cosiddette spese di sistema (promozione, studi di mercato, certificazione di qualità; infine 8,6 milioni per azioni specifiche di prevenzione e gestione delle crisi di mercato, compresi i ritiri destinati agli indigenti attraverso la rete degli enti benefici.
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