Insieme a Veneto e Lombardia, l’Emilia-Romagna scala i vertici europei per quanto riguarda l’export, ma risulta al primo posto in Italia se si considera l’export pro-capite: 12.525 euro, superiore a quello del Veneto (11.762 euro) e quasi il doppio di quello medio prodotto dai territori di Usa, Cina, Germania, Francia e Gran Bretagna, pari 7.553 euro.
I dati, riferiti al biennio 2015-2016, sono frutto di un lavoro di analisi svolto insieme da Ice, Università dell’Aquila e Università di Bari, pubblicato nell’ultimo annuario Ice-Istat sul commercio estero e ripreso oggi da Il Sole 24 ore. La ricerca dimostra come la capacità di creare ricchezza dall’export delle tre regioni italiane sia paragonabile a quella delle aree della Germania più competitive sul fronte dell’internazionalizzazione, uguagliando Baviera e Baden-Wurtemberg, colossi tedeschi che vengono però superati se si prende in considerazione l’export pro-capite, ovvero il contributo che le esportazioni forniscono al reddito dei cittadini. E qui, prendendo il valore dell’export prodotto in regione diviso il numero dei propri cittadini, l’Emilia-Romagna con oltre 12.500 euro guadagna il primato nazionale.
“E’ un dato straordinario- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini– che dimostra quanto la scelta che abbiamo fatto di sostenere l’internazionalizzazione delle imprese, insieme a ricerca, innovazione e qualità, stia risultando efficace, con risultati concreti su crescita e sviluppo dell’economia regionale. Ed è la prova che davvero l’Emilia-Romagna, coesa e solidale, compete con le aree più avanzate a livello europeo e internazionale, grazie all’impegno comune portato avanti attraverso il Patto per il Lavoro sottoscritto con imprese, sindacati, territori, Università e Terzo settore, che ci ha permesso di ridurre la disoccupazione del 9 al 6,6% in soli due anni, un fare squadra, un lavoro corale che oggi rende possibile l’obiettivo del 4/5% entro il 2020, il che riporterebbe l’Emilia-Romagna a livelli di piena occupazione. Una crescita- chiude Bonaccini– a cui si associano investimenti per potenziare sanità e welfare, a partire dal reddito di solidarietà per le persone in povertà, al quale abbiamo destinato 35 milioni di euro l’anno”.
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