Dopo le pressioni fatte attraverso una lettera ufficiale spedita in Regione dai sindaci di Crevalcore, Nonantola, Sant’Agata e Ravarino, continua il pressing degli altri Comuni affinchè a Finale Emilia venga riaperta la discarica. Si tratta dei quattro Comuni soci di Sorgea, la multiutility dell’acqua socia assieme ad Hera di Feronia, l’azienda – in crisi – che gestisce la discarica di Finale Emilia. La riapertura dell’immondezzaio finalese pare essere l’unica soluzione per far quadrare i conti dell’azienda, non far pagare i debiti ai Comuni soci e dare un po’ di entrate alle casse pubbliche.
Dopo che il Movimento 5 Stelle aveva ribadito il suo no all’ipotesi riapertura, ora anche Sinistra Civica, alta forza di opposizione a Finale, prende la parola sulla questione del pressing istituzionale. Il consigliere Stefano Lugli, in particolare, si scaglia contro il sindaco di Crevalcore che dopo la pubblicazione della lettera ha ancora argomentato la necessità della riapertura.
“La sinistra che siede in consiglio comunale a Finale Emilia non prende lezioni dal sindaco di Crevalcore. Il sindaco e senatore Broglia, lo ribadiamo, deve avere rispetto del consiglio comunale e del desiderio di cambiamento delle politiche ambientali e di gestione del territorio di cui è espressione – scrive Lugli – Se con il no alla discarica ci sono affari che ora vanno in fumo, il Sindaco Broglia se la prenda con chi nella precedente legislatura ha preso accordi per realizzare una discarica a Finale Emilia senza consultare il consiglio comunale che, oggi come nella precedente legislatura, rappresentava la volontà dei finalesi.
La discarica di Finale Emilia è una delle quattro discariche di cui la pianificazione regionale prevede l’ampliamento ipotizzando al 2020 lo smaltimento di 25.000 tonnellate di rifiuti urbani, e solo a seguito di monitoraggio di una pianificazione che punta alla riduzione dei rifiuti e al superamento delle discariche. Cosa ben diversa dal progetto presentato dal Feronia che prevede lo smaltimento a Finale Emilia di 1.800 mila ton di rifiuti speciali afferenti al bacino di Hera”.
C’è poi la questione che se non si riapre la discarica, per Finale Emilia c’è anche il rischio di doversi fare carico da sola del recupero del terreno esaurito. “Non tolleriamo nemmeno il ricatto – la dice chiara Lugli – per cui senza ampliamento della discarica la gestione di quella esaurita rimane in capo al Comune di Finale Emilia. Anzi, proprio per questo il consiglio comunale, con un mio emendamento, ha impegnato la giunta Palazzi a presentarci tutte le possibili soluzioni alla miglior gestione della discarica esaurita. Impegno a cui la giunta non ha ancora assolto e di cui chiederemo conto.
In quanto alle sorti economiche di Sorgea, se ha commesso l’errore di investire in una discarica prima ancora di avere i necessari permessi, significa che i suoi amministratori sono stati imprudenti. Perché deve essere Finale Emilia a pagarne le conseguenze?
Infine, ricordo al sindaco che a mettere a repentaglio le sorti delle società pubbliche sono le scelte degli ultimi governi, quasi tutti sostenuti dal partito del senatore Broglia. Scelte che impongono ai Comuni la dismissione di gran parte delle società partecipate, e che soprattutto, in totale spregio del risultato del referendum sui beni comuni del 2011, continuano – chiude Lugli – in modo più o meno diretto a privatizzare i servizi essenziali, a cominciare dal servizio idrico che costituisce la missione principale ed originaria di Sorgea”.
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