Si dimezza il “cratere”, ovvero l’area colpita dal sisma del 2012. Per 29 comuni, su un totale di 59, le attività di ricostruzione sono terminate o in uno stato di avanzamento molto elevato, tanto da essere compatibili con le attività ordinarie delle amministrazioni locali. In essi, quindi, si continuerà a fare ciò che serve ma attraverso procedure che tornano a essere quelle abituali e gli sforzi si concentreranno nei restanti 30 comuni, che presentano ancora problematiche di una certa consistenza e complessità.
Se ne è parlato in Regione nella riunione del Comitato istituzionale per il terremoto del 2012 (costituito dai sindaci dei comuni colpiti), presenti il presidente della Regione e commissario delegato alla ricostruzione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale con delega alla Ricostruzione, Palma Costi.
La proposta di restringimento del cratere (che dovrà essere recepita dal Governo), in continuità con quanto fatto nel 2016, arriva dopo aver tracciato una fotografia esatta di quanto fatto, e di quanto resta da fare, per la quale è stata realizzata una valutazione dello stato di attuazione della ricostruzione analizzando i dati dell’avanzamento lavori al 30 giugno 2017. Questo passaggio si affianca alle richieste al Governo – così da poterle inserire nella legge di stabilità 2018 – relative alla proroga di 2 anni (al 31 dicembre 2020) dello stato di emergenza, alle risorse per la ricostruzione pubblica, alla proroga dell’autorizzazione per l’assunzione del personale, alla sospensione mutui degli Enti locali colpiti dal sisma 2012 e ai lavoratori interinali.
Oltre a quella privata, abitazioni e imprese, nelle nuove rilevazioni si è tenuto conto, rispetto ad un analogo monitoraggio dello scorso anno, anche dell’impegno per la ricostruzione pubblica e della complessità degli interventi nei centri storici colpiti dal sisma.
Dopo il dimezzamento, continuerebbero a essere compresi nel cratere 15 comuni del modenese, 6 del ferrarese, 5 del reggiano e 4 del bolognese.
“A cinque anni dal sisma, si tocca con mano l’importanza del lavoro fatto- spiega l’assessore Costi– e come riconosciuto da tutti lo scorso maggio, in occasione dei 5 anni dal terremoto, si inizia a intravedere il traguardo finale lungo la strada che ancora rimane da fare. La nostra attenzione e il nostro impegno cresceranno ancora, ma in modo ancor più mirato e selettivo: già lo scorso anno è stato fatto un primo sforzo e per il 2018 proporremo al Governo la riduzione per norma primaria del numero dei Comuni colpiti, concentrandoci maggiormente nelle zone e nei territori che ne hanno maggiormente bisogno”.
Sulla base delle ultime rimodulazioni del Piano opere pubbliche, per completare la ricostruzione servono circa 350 milioni di euro. “È indispensabile, però, che Commissario e Comuni abbiano confermati flussi finanziari, dotazioni organiche, contabilità speciali, per avere la piena operatività degli strumenti messi in campo”, conclude Palma Costi.
Durante i lavori del Comitato è stato annunciato che per le domande di contributo per edifici all’interno di Umi (unità minime d’intervento) è predisposta una norma che consente ai comuni di valutare eventuali domande tardive. Inoltre, entro il 2017 si concluderà il deposito dei progetti per gli edifici residenziali privati, già completato lo scorso anno per quelli produttivi e agricoli. Mentre per le imprese il termine per la fine lavori degli interventi delle pratiche delle attività produttive, sarà prorogata al 30 giugno 2018 e la rendicontazione sarà spostata al 15 ottobre 2018. Per il settore agricoltura il termine del 28 febbraio 2018, previsto per la domanda di erogazione del saldo degli interventi effettuati, è prorogato al 30 giugno 2018 solo per i beneficiari che quando uscirà l’ordinanza non abbiano le autorizzazioni obbligatorie necessarie.
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