Con 500 posti di lavoro l’anno e un investimento di oltre 255 milioni di euro, apre il cantiere che entro il 2020 porterà internet ultra veloce in tutte le case, imprese, scuole dell’Emilia-Romagna, e nell’intera pubblica amministrazione della regione. Grazie a servizi di connettività ad almeno 30 Mbps (megabit per secondo) e nella maggior parte dei casi ad oltre 100 Mbps, superando così gli obiettivi dell’Agenda digitale europea.
Secondo quanto previsto dal “Piano banda ultra larga dell’Emilia-Romagna” e grazie a 180 milioni di euro di fondi dello Stato per lo sviluppo e la coesione (Fsc) e 75milioni di fondi regionali derivati dalla programmazione di quelli europei (49 milioni di fondi Feasr e 26 di fondi Fesr), partono in questi giorni i primi 10 cantieri pubblici, che interessano 7 comuni: Ventasso, Carpineti, Casina, Rio Saliceto, Toano, Vetto e Villa Minozzo nel reggiano. Tutti gli altri a partire dall’autunno prossimo.
Si tratta di un progetto, con risorse e competenze pubbliche, che interviene nelle cosiddette “aree bianche”, cioè in zone che diversamente non avrebbero avuto l’attenzione degli operatori di mercato, e che affianca gli interventi dei privati e di Lepida spa, in modo da coprire l’intero territorio regionale e portare ovunque le opportunità offerte dalla “rivoluzione digitale” della banda ultra larga.
L’obiettivo è eliminare le differenze territoriali (tra montagna e pianura, centro e periferia, nuove urbanizzazioni e vecchi quartieri) e contemporaneamente aprire un mercato neutrale e paritario tra fornitori di servizi di connettività dotando il territorio stesso della necessaria infrastruttura digitale.
“Quanto avevamo immaginato e indicato come obiettivo nell’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna a inizio mandato sta trovando attuazione”, sottolinea il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto insieme all’assessore regionale alle Infrastrutture e Agenda Digitale, Raffaele Donini, e al direttore di Lepida spa, Gianluca Mazzini.
“Nei prossimi 3-4 anni l’Emilia-Romagna avrà un potenziale vantaggio competitivo rappresentato dall’infrastruttura pubblica di rete a banda ultra larga, qualcosa che oggi non c’è in Italia e non c’è in buona parte d’Europa”, aggiunge Bonaccini. “Si tratta di un’opportunità che il sistema produttivo, sociale ed educativo deve cogliere, con la quale mettiamo in campo un altro tassello fondamentale per attrarre in Emilia-Romagna investimenti e talenti, sviluppare business e trasformare filiere e produzioni in una nuova chiave tecnologica”.
“L’intervento nei Comuni è particolarmente rilevante sia dal punto di vista delle risorse sia come ricaduta in termini di estensione territoriale dei cantieri (saranno interessati praticamente tutti i comuni della regione) e di forza lavoro impiegata nei quattro anni. Si stimano infatti almeno 500 posti di lavoro l’anno”, spiega Donini. “Siamo di fronte ad una ‘rivoluzione digitale’ che parte dalle infrastrutture ma che può essere colta da subito come una trasformazione culturale: una sorta di ‘patto per il digitale’ che mette insieme tutti i soggetti che operano nel territorio: istituzioni pubbliche, rappresentanze e soggetti privati. Lo stesso intervento nelle aree bianche- chiude l’assessore- è stato studiato mettendo in sinergia competenze ed infrastrutture esistenti sul territorio e realizzate in questi anni da Lepida spa, che si conferma come un asset strategico per il territorio regionale”.
“Lepida spa realizza le dorsali dove mancano, poi arriva Open Fiber selezionato da Infratel per fare l’accesso, cioè l’ultimo tratto verso cittadini ed aziende”, ha spiegato Mazzini. “Ad oggi abbiamo già terminato 38 tratte e ne stiamo realizzando altre 87. Le tratte sono immediatamente disponibili agli operatori di telecomunicazioni. Lepida spa sta seguendo tutti i progetti di Open Fiber e si interfaccia con i Comuni per la loro validazione. Abbiamo oltre 360 convenzioni firmate con l’impegno degli Enti a fornire i permessi in soli 30 giorni”.
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