Terred’Acqua: pollini in arrivo, scopri quali col bollettino
Ogni settimana presso la stazione di monitoraggio dell’aria di San Giovanni in Persiceto viene registrata la presenza di pollini, spore fungine e tutto ciò che circola in atmosfera.
I dati raccolti vengono diffusi attraverso il bollettino dei pollini che viene esposto ogni settimana presso Urp e Ufficio Ambiente del Comune, Cup, ospedali, poliambulatori e centri di medicina generale, farmacie, scuole, biblioteche, centri sociali e pubblicato sui siti www. caa.it (sezione palinologia e paleobotanica) e www.sustenia.it (monitoraggio pollini), sulla pagina Facebook/CAA, Laboratorio di Palinologia e Archeobotanica e sull’account Twitter/ CAA, Palinologia.
Gli interessati possono anche richiedere gratuitamente l’invio del bollettino tramite email, sms o fax (Laboratorio di Palinologia, tel. 051.6871757, fax 051.823305, e-mail palinologia@caa.it).
Si segnala che i “piumini” prodotti dai pioppi in primavera non sono causa di allergia, lo sono invece i pollini, in generale, liberati nell’aria in questo periodo in quantità elevata.
I “piumini” sono la fruttificazione della pianta del pioppo ed hanno lo scopo di trasportare i semi a grande distanza dalla pianta sfruttando la forza del vento. Questi semi, proprio a causa della loro ampia propagazione, possono a volte essere fastidiosi ma sono composti da cellulosa, come il cotone, e dunque da una sostanza anallergica.
Responsabili di disturbi allergici sono soprattutto i pollini di graminacee presenti nell’aria in grandi quantità nello stesso periodo; si tratta di particelle invisibili ad occhio nudo liberate dalle piante e trasportate dal vento. Pollini allergizzanti vengono prodotti anche da alberi come olivo, faggio, ontano, betulla, nocciolo, cipresso e da altre piante erbacee come la parietaria.
Evitare di venire a contatto con i pollini è impossibile, ma si può cercare di ridurre al minimo l’esposizione, consultando il bollettino che indica quali sono i tipi di polline in circolazione.
Si riporta di seguito una nota del professor Alessandro Travaglini, del Centro di monitoraggio aerobiologico dell’Università di Roma Tor Vergata e Coordinatore del Comitato della Rete italiana di Monitoraggio in Aerobiologia dell’Associazione Italiana di Aerobiologia.
“In questa stagione da Nord a Sud fioriscono tantissime piante e, molte di queste, affidano al vento i propri pollini. Spesso a causa di una scarsa cultura botanica la gente non sa riconoscere le piante in grado di scatenare una reazione allergica. Un esempio tipico è quello del piumino di pioppo o di dente di leone. Quando in questo periodo dell’anno ci troviamo in presenza di quei ‘batuffoli volanti’, tutti siamo portati a pensare che quello sia il responsabile dell’allergia. In realtà ciò che vediamo volare non è altro che un seme ricoperto da peli. L’impollinazione per salici e pioppi, cioè l’incontro tra lo stimma femminile e il polline, è già avvenuta almeno un mese e mezzo prima, e non c’è nessun rischio diretto, semmai è il polline di altre specie presente in quel momento a scatenare la reazione. I pollini responsabili delle più comuni allergie appartengono alle piante anemofile, ovvero a quelle che utilizzano come mezzo di dispersione il vento. Ma poiché questo non garantisce che il polline arrivi a destinazione, le piante ne producono in grosse quantità. Condizione diversa invece è quella delle ‘entomofile’, la cui fecondazione è favorita dagli insetti che trasportano il polline da fiore a fiore, e che molto raramente causano allergie.”
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