La scuola persicetana del Jujitsu Shinsen brilla a Taranto
Il Jujitsu nei giorni scorsi è stato protagonista a Taranto per una due giorni (18-19 febbraio) di gare ad altissimo livello tecnico e atletico. La città pugliese infatti ha ospitato il Campionato Italiano per le categorie Seniores e Under 15 valevoli rispettivamente per le selezioni nella rappresentativa azzurra per i mondiali di Serbia (a giugno – Senior) e Montenegro (a settembre – Under 15). Per i giovani che non erano impegnati nel campionato italiano (cioè gli under 21 e gli under 18) si è svolto il Trofeo dei 2 Mari, gara a livello nazionale di rifinitura per l’imminente mondiale giovanile di Atene (17-19 marzo). La kermesse ha contato quasi 400 jujitsuka in sviluppo di gara tra tutte le categorie.
Gli atleti bolognesi hanno fatto man bassa di medaglie, con la squadra blu e oro del Jujitsu Shinsen (le sedi bolognesi a Pieve di Cento e San Giovanni in Persiceto), che si è classificata 4ª al campionato italiano. «Siamo fieri del risultato di squadra» Ci dichiara il presidente del JuJitsu Shinsen Marco Paganini «sulle quasi 30 società presenti alle fasi finali del campionato risultiamo la migliore del centro nord, e sappiamo che la lontananza vuol dire tanto». Ma veniamo alle medaglie: Vincono un pesatissimo argento il maestro persicetano Ben Brahim Salah e Forzatti Fabio sfiorando l’oro per mezzo punto e confermandosi vice-campioni italiani. Michele Vallieri e Sara Paganini. conquistano l’oro rimanendo imbattuti. Sulle loro orme ci sono Matteo Melloni e Linda Meotti che vincono nella juniores. Accompagnano con l’oro anche i giovanissimi (Under 15) Romagnoli Nicole e Najjah Karim nel combattimento. 10 sono gli argenti: Antonella Farné e Adam Namouchi fanno il bis sia nel fighting che nel brazilian, e poi Linda Marangoni, Andrea Castrignanò, Andrea Stravaganti, Matteo Forzatti e Gaetano Alessio. A queste medaglie si aggiunge il bronzo del giovanissimo Luca Serra e un ottimo 5° posto del Sanpietrino Giuseppe Corazza.
Il maestro Ben Brahim rassicura i lettori e i praticanti rispetto a chi ritiene che la competizione sia una cosa negativa, ricordando che il dojo dev’essere una scuola di vita che prepara anche mentalmente il bambino.
Infatti citando un passo di Vallieri il campione del mondo “a mano a mano che i bambini crescono e acquisiscono più esperienza, capiscono la componente competitiva che li spinge a dare il meglio di loro stessi. Ovviamente il maestro deve essere colui che vigila sugli allievi con l’obiettivo di far rispettare le regole e mediare l’azione. La competizione va di pari passo con la ricerca del sé, con il chiedersi «di cosa sono capace IO?» e, quindi, il mettersi alla prova. Il termine competere deriva dal latino competĕre: composto dal prefisso con e dal verbo petĕre che significa chiedere, dirigersi. Il significato antico è: andare, chiedere insieme. Ecco che all’interno del termine stesso troviamo il significato profondo che ne mette in luce la componente sociale. La competizione chiama in causa il confronto con l’altro come strumento per arrivare insieme alla comprensione maggiore di una capacità. Non a caso il participio presente di competere è: competente, una delle qualità più ricercate della società attuale. La competizione, come termine stesso indica l’Azione che si deve compiere per avere competenza” ed ecco che le gare assumono un ruolo fondamentale nella crescita psicologica del bambino, sempre nell’assoluto rispetto della sua volontà.
Jujitsu Shinsen