Il ruolo di Avis e Fidas Emilia-Romagna nel promuovere la donazione volontaria, nell’organizzare la chiamata dei donatori, nella raccolta di sangue ed emocomponenti. La tipologia e le modalità per la fornitura di materiale, attrezzature e tecnologie. Le quote di rimborso, da parte della Regione, per le attività svolte, sia associative che per la raccolta del sangue. Questi, in sintesi, i contenuti dalla nuova convenzione triennale (valida dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2019) che definisce ruolo, attività e partecipazione di Avis (Associazione volontari italiani sangue) e Fidas (Federazione italiana associazioni donatori sangue) nella rete regionale sangue.
Firmata dall’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, e dai presidenti Avis Emilia-Romagna, Andrea Tieghi, e Fidas Emilia-Romagna, Michele di Foggia, la nuova convenzione fa riferimento agli obiettivi e agli assetti istituzionali definiti con il Piano regionale sangue e Plasma 2013-2015.
La convenzione
La convenzione garantisce in premessa il ruolo delle associazioni nella promozione della donazione, nell’organizzazione della chiamata dei donatori e nella raccolta di sangue ed emocomponenti e, inoltre, la più ampia partecipazione di Avis e Fidas alla programmazione regionale. L’attività di raccolta di sangue ed emocomponenti, infatti, è assicurata e gestita da Avis e Fidas e dai Servizi trasfusionali delle Aziende sanitarie sulla base di questa programmazione. In tutta l’Emilia-Romagna, i volontari si impegnano a organizzare iniziative per avvicinare e sensibilizzare i cittadini alla donazione, per “reclutare” nuovi donatori e “fidelizzarli”, per tutelare chi dona e chi riceve. La convenzione indica inoltre le quote di rimborso (vengono applicate quelle stabilite dall’Accordo Stato-Regioni dell’aprile 2016) da parte della Regione ad Avis e Fidas per le attività svolte, sia associative che per la raccolta di sangue ed emocomponenti. Un disciplinare tecnico allegato alla convenzione dà precise indicazioni in merito alla gestione dell’Unità di raccolta da parte delle associazioni e federazioni dei donatori, nel rispetto della normativa nazionale in vigore. Entro tre mesi dall’entrata in vigore della convenzione regionale, le Aziende sanitarie devono sottoscrivere a loro volta apposite convenzioni con le associazioni e federazioni provinciali/comunali dei donatori di sangue attivi nel proprio territorio di competenza.
Raccolta di sangue: confermata l’autosufficienza regionale
La Regione Emilia-Romagna nel 2016 si conferma un sistema autosufficiente. Anzi, sono state inviate 2.945 unità di sangue ad altre regioni per soddisfare le esigenze dei loro servizi. In Emilia-Romagna c’è una pianificazione della raccolta del sangue in base alle esigenze, secondo l’obiettivo del Piano sangue e plasma regionale. Raccolta che è più oculata: meno necessità di sangue intero e più attenzione alla raccolta di emocomponenti, in particolare il plasma, da cui vengono ricavati farmaci salvavita. I donatori non vanno più quindi a donare in qualsiasi momento, ma solo con appuntamenti concordati in base alla richiesta. Pressoché stabile nel 2016 la raccolta di sangue rispetto all’anno precedente: 217.312 le unità di sangue donate al 31 dicembre 2016.
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