Festamobile a Sant’Agata: 14 dicembre
Festamobile è un progetto che si muove nell’intento di stimolare nuove progettualità legate alla cultura musicale di cui il teatro Bibiena di S.Agata, da anni, è promotore e portavoce.
Partita nel dicembre 2015, dopo un anno di gestazione, si presenta in modo strutturato, anche grazie alla Regione Emilia Romagna che ha riconosciuto questo nuovo progetto attribuendogli un piccolo finanziamento.
FESTAMOBILE è una festa di musica, persone, volontà ed intelligenze, che cambia luoghi, generi e dimensioni e che partendo da appuntamenti che si svolgeranno al Bibiena troverà spazio e programmazione estiva (a sottolineare la vocazione di questo piccolo centro di pianura quale città musicale e laboratorio di sperimentazione).
Musica e autori, con attenzione alla ricerca delle espressioni più autentiche della scena contemporanea italiana, non tralasciando nessun genere, ma cercando sempre la contaminazione ed il dialogo.
Tre appuntamenti al Teatro Bibiena, con un programma intergenerazionale e rappresentativo della scena contemporanea italiana più autentica, che vi presentiamo di seguito:
Mercoledì 14 dicembre, COLAPESCE presenta ISOLA DI FUOCO – progetto esclusivo pensato appositamente per il Romaeuropa Festival e che in via esclusiva arriva al Teatro Bibiena.
Colapesce è un giovane artista che si è imposto sulla nuova scena cantautoriale italiana attraverso una scrittura limpida ed evocativa. In Isola di fuoco, la forma canzone incontra le immagini di Vittorio De Seta, padre del documentario italiano ed emerge un amore dichiarato per la Sicilia -sua terra natia- e una particolare attenzione al rapporto della sua musica con l’immagine video.
Isola di fuoco è infatti il titolo del film girato a Stromboli con il quale il compianto regista palermitano fu premiato al festival di Cannes nel 1955. Non un live dedicato a questo grande Maestro, che con tanta perspicacia e poesia riuscì a cristallizzare tradizioni, usanze e riti del Sud Italia, ma un vero e proprio «concerto per visioni» (così lo definisce lo stesso Colapesce) per costruire un dialogo tra parole e immagini, documenti e musica o, forse, tra due modi differenti di narrare la Sicilia e il mondo.