Salvaguardia dei livelli occupazionali, prosecuzione – ove avviati – dei processi di stabilizzazione, costituzione di società a totale partecipazione pubblica, tavoli di confronto aziendali in ciascuna società nonché istituzione di un tavolo regionale permanente di monitoraggio.
Sono questi, in sintesi, alcuni degli impegni contenuti nell’Accordo tra Regione e sindacati confederali sull’attuazione del processo di riordino delle società in house della Regione.
L’intesa è stata siglata oggi pomeriggio in Regione dall’assessore regionale al Bilancio, riordino istituzionale, risorse umane, Emma Petitti, con Cgil, Cisl e Uil.
Nell’intesa è precisato che il Piano di riordino delle società partecipate della Regione – che non prevede esternalizzazioni e terziarizzazioni delle funzioni svolte attualmente – dovrà, sia nella fase attuativa sia nella sua realizzazione, garantire qualità, efficacia ed efficienza dei servizi pubblici erogati ma soprattutto salvaguardare i livelli occupazionali. Le garanzie occupazionali riguarderanno le diverse forme di lavoro dipendente presenti nelle società salvaguardando anche i processi di stabilizzazione del precariato già messi in campo e/o concordati con i sindacati nelle società oggetto di riordino.
La Regione garantirà la costituzione di società a totale partecipazione pubblica. Inoltre, i firmatari istituiranno un tavolo regionale di confronto e monitoraggio, con compiti di coordinamento delle fasi applicative del processo di riordino delle società in house e delle loro articolazioni. Il confronto tra Regione e sindacati si estenderà anche ai percorsi di modifica legislativa necessari all’attuazione del piano di riordino.
Saranno attivati, infine, entro il prossimo settembre specifici tavoli tra le società in house e i sindacati di categoria interessati per svolgere ogni attività di confronto e negoziazione funzionale all’attuazione degli obiettivi del piano di riordino e di quanto stabilito nell’intesa sottoscritta.
Il piano di riordino, stato approvato lo scorso aprile dalla Giunta, prevede l’uscita da 9 società partecipate e la riduzione da 7 a 4 delle società in house, con la fusione fra Ervet e Aster e quella fra Lepida e Cup 2000 per far nascere due poli specializzati: il primo su valorizzazione dei territori, ricerca e ambiente e il secondo sullo sviluppo dell’Ict regionale. Un piano con risparmi stimati in 5 milioni di euro per la riduzione dei costi di gestione e in 4 milioni dovuti alla riduzione della dipendenza dai finanziamenti regionali, cui aggiungere 11 milioni di valore delle quote che verranno dismesse.
regione.emilia-romagna.it