Un miliardo e cento milioni di fondi europei già impegnati nel primo anno e mezzo di programmazione, risorse reali per l’economia dell’Emilia-Romagna, cui vanno aggiunti 400 milioni di cofinanziamenti privati, per una politica industriale anti-ciclica messa in campo dalla Regione che, solo per opere pubbliche, ha visto attivare nell’ultimo anno e per il prossimo triennio un miliardo di euro. E i risultati sono l’aumento dell’occupazione, con 35mila occupati in più nel primo trimestre 2016, (+1,8%) rispetto al primo trimestre 2015, e dati tendenziali che vedono la disoccupazione scendere al 7% a fine anno e il Pil regionale che potrebbe segnare un +1,3%, tornando nel 2017, se misurato a prezzi costanti, prossimo al valore del 2008, ovvero agli anni pre-crisi.
Sono passati dodici mesi dalla sottoscrizione del Patto per il lavoro fra la Regione Emilia-Romagna e 50 firmatari fra organizzazioni sindacali e datoriali, terzo settore, camere di commercio, università, Ufficio scolastico regionale, Province, Città metropolitana di Bologna e Comuni capoluogo e oggi il presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini, insieme all’assessore al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, ricerca e lavoro, Patrizio Bianchi, ha fatto il punto a un anno dalla firma del patto, il 20 luglio 2015 in un incontro a Bologna, nella sede della Regione, con i firmatari l’intesa, presenti altri assessori, fra cui Palma Costi (Attività produttive e ricostruzione post sisma).
Dei 15 miliardi di euro da impiegare nell’arco della legislatura, 2015-2020, fra fondi europei, statali e regionali, così come previsto nel Patto, a oggi 13,5 miliardi sono già stati programmati, è cioè già stato definito il loro utilizzo finale. Rappresentano l’80% delle risorse che il Patto prevede di immettere nel sistema socio-economico regionale. La programmazione dei 13,5 miliardi riguarda tutti i settori: mobilità (5,54 miliardi); ricostruzione post sisma (5 mld), cura e manutenzione del territorio (822 milioni); sviluppo, imprese e lavoro (738 mln); politiche abitative e edilizia pubblica (637 mln); persone e lavoro (265 mln); infrastrutture telematiche (255 mln); riordino istituzionale e semplificazione (127 mln); sviluppo locale (87 mln), politiche culturali (19 mln).
Ad un anno dalla firma, la strategia delineata nel Patto per il lavoro per promuovere lo sviluppo sociale, economico e territoriale e sostenere l’occupazione è in piena attuazione e si compone di tre azioni di politica economica: interventi rivolti alle imprese per accelerare la capacità di innovazione dei soggetti privati dello sviluppo; interventi per rafforzare, modernizzare e qualificare la componente infrastrutturale del territorio, cioè investimenti pubblici per rafforzare la capacità di attrarre imprese, capitale umano e progetti innovativi e ad alto valore aggiunto; un’azione collettiva, di tutte le componenti della società regionale, mirata a rafforzare la leadership istituzionale a livello europeo e a riposizionare l’intera comunità regionale nel nuovo e complesso contesto mondiale.
All’attuazione e programmazione degli interventi si aggiunge l’azione della Regione per rendere più competitivo il sistema Emilia-Romagna. Dopo il taglio ai costi della politica (-15 milioni) che ha segnato l’inizio della legislatura, obiettivo prioritario della Giunta è stato il riordino istituzionale e la ridefinizione dell’assetto organizzativo regionale. E’ stato portata a termine la riforma del governo locale con il completamento del processo di trasferimento del personale in servizio presso le Province; sono state attivate tre Agenzie: l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia; l’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile e l’Agenzia regionale per il lavoro; sono stati istituiti 14 nuovi Comuni, esito della fusione di 38 comuni. E ancora: la Giunta ha approvato il piano per il dimezzamento delle società partecipate (con l’uscita da 9 società e la riduzione da 7 a 4 delle società in house; 11 milioni i risparmi stimati) e, infine, ha riorganizzato la macchina regionale, con il dimezzamento delle direzioni generali (da 10 a 5) e del numero dei dirigenti e il rafforzamento del coordinamento intersettoriale (30 milioni i risparmi a regime). Da ricordare poi il Testo unico sulla legalità approvato dalla Giunta, che rafforza le misure di contrasto della criminalità organizzata riducendo i 170 articoli di tutte le leggi regionali approvate in questi anni ai soli 48 del provvedimento.
Sono i risultati di un percorso articolato in diverse fasi e volto a garantire all’Amministrazione regionale e agli Enti locali di amministrare il territorio in una logica di trasparenza, partecipazione, velocità, innovazione, semplificazione, efficacia ed efficienza. Aspetti decisivi per una regione che vuole competere in Europa e nel mondo e leve strategiche per promuovere un nuovo sviluppo e una nuova coesione.
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