L’ANED di Bologna ricorda Osvaldo Corazza che si è spento sabato scorso, oggi camera ardente e orazioni ufficiali a Palazzo d’Accursio.
Sabato 15 luglio, all’età di 89 anni, è morto Osvaldo Corazza, partigiano, ex deportato in campo di concentramento nazista, militante del Partito Comunista Italiano nel quartiere Santa Viola di Bologna. Domani, martedì 19 luglio, dalle ore 14 sarà allestita la camera ardente nella Sala Tassinari di Palazzo d’Accursio; alle 16 ci saranno le orazioni ufficiali, affidate a Irene Priolo, presidente ANED sezione di Bologna, Leonardo Visco Gilardi segretario nazionale ANED, Luisa Guidone, presidente del Consiglio comunale di Bologna e Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa Emilia-Romagna.
“Osvaldo Corazza e Nella Baroncini sono state le vere colonne portati della sezione dell’Aned di Bologna, che grazie al loro contributo è diventata la sezione d’Italia con il maggior numero di associati – commenta Irene Priolo attuale presidente della sezione Bolognese – Di Osvaldo mi ha sempre colpito la lungimiranza e l’apertura alle innovazioni. Prima di altri ha capito che per proseguire nella missione della trasmissione della memoria era necessario aprire a giovani e simpatizzanti, non necessariamente familiari degli ex deportati. Lavoreremo per continuare ad essere all’altezza del compito che ci ha affidato e ci impegneremo per la costruzione della casa della memoria, di quella memoria manifesto del futuro con radici ben piantate”.
Nato ad Anzola Emilia nel 1927 “Dado”, così sarà sempre chiamato Osvaldo da tutti, viene arrestato il 2 dicembre 1944 a San Giacomo del Martignone, dove era sfollato con la sua numerosa famiglia, nella casa di un contadino, che fungeva da base partigiana. L’arresto avviene nel corso del grande rastrellamento che investe in quei giorni la pianura da San Giovanni in Persiceto ad Amola e ad Anzola. Dopo una breve detenzione nelle carceri di San Giovanni in Monte, Osvaldo viene trasferito nel campo di transito di Bolzano-Gries, e da qui al terribile campo di concentramento di Mauthausen, in Austria nei pressi della città di Linz, dove arriva l’11 gennaio 1945 e dove gli viene assegnato il numero di matricola 115453. Da allora e fino alla liberazione del campo, avvenuta il 5 maggio da parte delle truppe americane, quello sarà il suo unico identificativo, dato che all’ingresso si era privati del nome, degli abiti, della dignità. Aveva appena compiuto 18 anni e al ritorno, magro, malato e coperto di stracci, in un primo momento non viene neppure riconosciuto dalla madre.
A partire dagli anni ’60 sarà molto attivo nella sezione bolognese dell’A.N.E.D. (Associazione Nazionale Ex Deportati) da poco costituita, e di cui sarà Presidente dal 1989 al 2003 e poi Presidente Onorario. Per tanti anni, finché la salute glielo ha permesso, Corazza è andato nelle scuole di ogni ordine e grado di tutta Italia, per raccontare ai giovani studenti la terribile realtà dei campi di concentramento e di sterminio, perché, come diceva sempre “si può perdonare, ma non dimenticare”. Grazie a questi incontri ha potuto instaurare numerosi e significativi contatti e relazioni con gli insegnanti, tanto da contribuire alla formazione di nuove sedi associative in varie regioni.
Notevole è stato anche il suo impegno come accompagnatore nei viaggi della memoria di A.N.E.D.,nei diversi campi di concentramento e sterminio che venivano mano a mano aperti al pubblico; viaggi lunghi e faticosi, compiuti in tempi in cui tante erano le frontiere da attraversare, rivolti non solo a studenti e insegnanti, ma anche a rappresentanti delle istituzioni e di enti pubblici e privati. Inoltre Corazza ha fatto parte per molti anni del Consiglio Nazionale dell’A.N.E.D e del Comitato dei Garanti ed ha organizzato convegni, congressi e mostre non solo nella nostra regione, ma sul territorio nazionale e a Basilea, in Svizzera.
Irene Priolo, Presidente Aned Bologna