Mercoledì 27 luglio 2016
ore 21.30
Corte Agricola Fondo Palazzo della Famiglia Ballarini, via Biancospino, 10
Proiezione del film Carol, 2015. Regia di Todd Haynes. Con Cate Blanchett, Rooney Mara, Sarah Paulson, Kyle Chandler, Cory Michael Smith, Jake Lacy, Carrie Brownstein, John Magaro, Kevin Crowley
Due donne si incontrano in un grande magazzino, reparto giocattoli. Ed è tutto in una messa in scena di sguardi che si racchiude il senso profondo e l’esile trama di Carol, film magnifico e impalpabile, sensuale e astratto.
Todd Haynes, che già aveva sperimentato l’arte del reboot con Far from Heaven, versione aggiornata – classica e contemporanea al tempo stesso – di Secondo amore di Douglas Sirk, osa un passo avanti e affresca un impossibile amore lesbico calandolo in una realtà ostile e senza tempo. In Carol, Haynes procede nella sua rilettura degli anni Cinquanta e abbandona la costruzione narrativa – pur restando sostanzialmente fedele al romanzo di Patricia Highsmith da cui è tratto – per affidarsi alle arti magiche della pura regia cinematografica.
Carol è una donna borghese sul precipizio di un divorzio, tenuta stretta in casa da un amore imprescindibile per la figlia. Therese Belivet – nome improbabile, uscito da un romanzo francese di tardo Ottocento – è una giovane commessa con in testa pulsioni artistiche e sogni di fotografia. Le due si incrociano per caso, si soppesano con gli occhi, si parlano senza usare parole, spesso utilizzate come un’arma dalle persone che ruotano intorno a loro. Desiderano, forse invano, un modo strano di amarsi sapendo di confrontarsi con un mondo che le espelle in partenza: oggetti sessuali in cerca di tempo e spazio, costrette a un monadismo affettivo che le isola e le unisce in una sorta di perenne movimento verso una felicità negata. In Carol succede poco di più: Haynes costruisce un film tutto in levare, al cui centro incastona una – l’unica – scena fisica di un amore che per il resto del tempo è negato, nascosto, soffuso, sciolto. Ma quel che risalta vedendo Carol è la capacità sorprendente di Haynes di ricostruire un clima, uno stile, un ambiente – grazie anche ai costumi di Sandy Powell, miracolosamente intonati a ogni luce in ogni scena, e alla fotografia di Ed Lachman che sa inseguire e disegnare i volti delle protagoniste tra finestrini, campi lunghissimi costruiti in spazi anodini, arredamenti al tempo stesso umani e gelidi – senza mai cedere a un superficiale gusto vintage.
In caso di maltempo la proiezione sarà annullata.
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