Costruire una filiera di contrasto alla povertà in tutte le sue forme, creare un coordinamento tra gli Empori solidali regionali, impostare un sistema di garanzia e trasparenza sull’utilizzo della merce raccolta, istituendo un logo regionale “di affidabilità” dell’Emporio.
Sono questi gli impegni che la Regione Emilia-Romagna ha assunto per contrastare la povertà alimentare che, solo in Italia, coinvolge oltre 5 milioni di persone, di cui 1,3 milioni di minori. Povertà che, sulla spinta di anni di crisi economica, non ha risparmiato l’Emilia-Romagna, coinvolgendo singoli e famiglie.
Alla povertà alimentare, paradossalmente, si contrappone lo spreco di cibo, tanto che nell’Unione europea si stimano 180 kg di cibo buttato pro-capite (dati Eurostat 2015). Per la Regione, occorre quindi lavorare anche sulla sponda delle imprese di distribuzione: i possibili “donatori” di cibo, incidendo sulla valorizzazione della responsabilità sociale di impresa e creando, a tale proposito, un marchio “etico” regionale per le aziende che aderiscono in modo stabile e continuativo al progetto attraverso vere e proprie donazioni e la fornitura di prodotti in eccedenza.
Questo in sintesi quanto è emerso nel convegno “Azzerare gli sprechi: povertà alimentare e nuove risorse“, che si è tenuto oggi a Bologna in Regione, al quale è intervenuto anche monsignor Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna.
Per l’occasione la Regione ha anche presentato una ricerca realizzata in collaborazione con la Caritas Emilia-Romagna sugli Empori solidali presenti sul nostro territorio regionale. In tutto 20 realtà (12 già attive e 5 in fase d’avvio) dove è possibile trovare un po’ di tutto: dalla frutta e verdura alla pasta, al pane, ai cibi in scatola ma anche giocattoli e prodotti per l’igiene. Punti di distribuzione al dettaglio, completamente gratuiti e realizzati per sostenere le persone in difficoltà attraverso l’aiuto alimentare e offrire loro occasioni di socializzazione, che la Regione Emilia-Romagna, nell’ambito delle proprie politiche di contrasto alla povertà, sostiene da anni attraverso una legge (Legge 12/2007) per la promozione di attività di recupero e distribuzione di prodotti alimentari per fini di solidarietà sociale e finanziando alcuni enti, come il Banco Alimentare e la Caritas, che operano in questo settore.
A livello nazionale il tema del recupero e della distribuzione è regolamentato dalla Legge 155/2003, detta del “Buon samaritano”, ancora in vigore, in attesa dell’approvazione al Senato della nuova proposta per il contrasto allo spreco alimentare e farmaceutico attraverso la donazione e la distribuzione dei prodotti per fini di solidarietà sociale.