5 febbraio: Festa di Sant’Agata, nel vivo della tradizione
Il 5 di febbraio i santagatesi celebrano la Santa Patrona, Sant’Agata appunto, nel giorno in cui la martire tragicamente morì dopo il martirio che le venne inflitto. Ancora oggi la statua a grandezza naturale che rappresenta la Patrona si trova nella Chiesa Collegiata, in Piazza Martiri, e in particolare sono quattro le sculture di creta, collocate nelle rispettive nicchie sulla facciata principale, che ritraggono i Santi: Andrea, Agata, Rocco e Sebastiano. Le origini di festeggiare la Santa con un grande mercato risalgono a molti secoli addietro e, in particolare, alle tradizioni delle fiere medioevali quando, re e principi, riconoscevano l’esenzione da dazi, indulti ai condannati e concedevano i giochi, diversamente non ammessi nel corso dell’anno.
Per l’occasione, quest’anno, il centro storico si popolerà di banchi di commercianti, prodotti tipici e altre squisitezze locali. Inoltre è prevista l’edizione straordinaria del Mercato dei Produttori agricoli “Al Marchè dal Cuntadein” ove è sempre possibile trovare qualità, affidabilità e prodotti naturali. Il tutto allietato, come d’abitudine, dalla presenza di giostre per bambini.
Altra tipicità, che contraddistingue la giornata, è la possibilità di degustare la “Ciambella di Sant’Agata”, la cui ricetta, in collaborazione con la “Consorteria del Maiale”, è stata recentemente estrapolata dall’antico libro delle “Ricette di Petronilla”. Un dolce che appartiene alla tradizione locale: la torta veniva chiamata semplicemente la “brazadèla tèndra”, la ciambella tenera, per distinguerla dalla ”brazadèla dura”, la ciambella dura, preparata con gli stessi ingredienti, ma con proporzioni e lavorazione differenti.
Andrea Traversi
Resp. Ufficio SUAP Sant’Agata Bolognese