Un tranquillo venerdì nella bassa.
Questa sera, alle 22, ho fatto un salto in palestra a vedere una normale partita di basket. Giocava la PFC Crevalcore contro un ‘altra formazione della bassa bolognese. Al mio arrivo la squadra di casa era sotto di venti punti, ma ciò non toglieva nulla alla voglia dei ragazzi in campo, da una parte e dall’altra di rimanere concentrati. In fondo alla tribuna, una decina di ultras della squadra ospite ( cosa insolita per queso per questi campionati), armati di tamburi, facevano un po di confusione, un po di colore che ci stava anche bene. Dopo poco mi veniva fatto notare che tra gli striscioni esposti da quel gruppo ve ne era uno nero con al centro un bel fascio littorio arancione. A quel punto mi sono recato al tavolo della giuria, e ho chiesto alla prima interruzione di gioco di poter parlare con l’arbitro. L’arbitro mi si è avvicinato, con molta diffidenza, forse pensava fossi uno della società, gli ho detto che ero il sindaco e gli ho fatto notare che un gruppo di tifosi ospiti aveva esposto una bandiera con il simbolo del fascio. Dopo avergli spiegato in quanto non lo conosceva, il significato di quella bandiera gli ho chiesto di farla rimuovere. Lui mi ha risposto che in campo comandava lui e che non riteneva il fatto importante e che si doveva continuare la partita. Io gli ho detto che era vietata l’esposizione di simboli fascisti ma lui come nulla fosse. A quel punto gli ho detto, cosa che farò domani mattina, che avrei segnalato alla sua federazione il suo comportamento e me ne sono tornato a sedere. Poi ho telefonato ai carabinieri per chiedergli se la cosa era sostenibile o no e mi hanno risposto assolutamente no e che sarebbero passati di lì. Per impegni in corso sono arrivati un minuto dopo la fine della partita, gli ho spiegato quello che era successo e con molta pacatezza si sono avvicinati al gruppetto dei ragazzi che nel frattempo avevano già rimosso gli striscioni. Mentre si stava chiacchierando, alcuni giocatori della squadra ospite mi chiedono spiegazioni ed io gli spiego cosa era successo, e con mio stupore mi rispondono che non era il caso di “montare una panna così ” in fin dei conti sono ragazzi che al venerdì sera dopo la partita dovevano andarsi a divertire, che non era importante. Mentre provo a spiegargli perché invece era una cosa da non sottovalutare i genitori di un ragazzo mi dicono che non ci trovano niente di male se si espone la bandiera fascista, come del resto esiste quella comunista o di altri partiti, che son ragazzi che ne stavo facendo una questione troppo grande. Trovo tutto questo molto avvilente e triste. Ragazzi compreso l’arbitro che non solo non prendevano le distanze da quella esposizione ma la trovavano del tutto normale. A dire il vero un signore della squadra avversaria mi si avvicina e dice ‘” nonostante io faccia parte degli ospiti penso che lei abbia totalmente ragione”.
Quei ragazzi questa sera adesso saranno a divertirsi da qualche parte senza pensare a nulla se non che un signore di mezza età ha osato interrompere il gioco per una sciocchezza come esporre in un palazzetto la bandiera del fascio con genitori che gli diranno che evidentemente io non avevo altro a cui pensare. Beh a quei genitori dico che portano il peso di una grande responsabilità nel non aver insegnato nulla ai loro figli e a quei ragazzi comunque ampiamente maggiorenni auguro di crescere, perché non basta essere due metri per essere adulti, e al mondo non c’è solo il “farsi i cazzi sui” perché stiano pure tranquilli che prima o poi tornerà qualcuno che cercherà di farsi quelli degli altri, anche dei tuoi e a quel punto sarà troppo tardi per continuare a far finta di niente.
dal profilo Fb di Claudio Broglia, sindaco di Crevalcore