Promuovere “una adeguata campagna di informazione”, che raggiunga “gli operatori e tutti i nuclei famigliari”, sulla necessità delle vaccinazioni e valutare “una revisione della Delibera regionale dell’11 novembre 2013″ in materia, “in particolare per quello che riguarda la modalità di gestione e intervento sull’inadempienza alle vaccinazioni” stesse. E in tutti i documenti sanitari nelle Asl dell’Emilia-Romagna si scriva “vaccini raccomandati” e non “vaccini facoltativi”. E’ quanto si legge in una risoluzione approvata oggi dall’Assemblea legislativa regionale presentata da vari consiglieri Pd, prima firmataria Lia Montalti, e sottoscritta anche da alcuni consiglieri della Ln, fra cui il capogruppo Alan Fabbri. Favorevoli Pd, Ln, Sel e AltraER, astensione dei consiglieri M5s, Fi e Fdi-An.
Il documento prende spunto da recenti fatti di cronaca (una bambina a Bologna è morta di pertosse), che hanno tragicamente evidenziato come malattie per cui è previsto il vaccino, come la pertosse, possano tuttora rappresentare un pericolo reale per chi non è vaccinato. E’ scritto nel documento: “Le vaccinazioni non si limitano a proteggere i singoli, ma costituiscono un esempio di protezione per l’intera comunità, configurandosi come un gesto di grande responsabilità sociale. Il più alto numero di bambini vaccinati, infatti, costituisce una barriera che ostacola la circolazione dei microbi, proteggendo anche chi non è vaccinato”.
Illustrandone contenuti e obiettivi, Lia Montalti (Pd) ha evidenziato come si stia assistendo a un pericoloso calo della copertura vaccinale sia a livello regionale, che nazionale. La soglia del 95% di copertura vaccinale è indicata dal ministero della Sanità come il limite ottimale per contrastare una nuova diffusione delle malattie. Al contrario, tra il 2013 e il 2014, in Emilia-Romagna si è abbassata la percentuale di copertura vaccinale per alcune patologie: antipoliomielite dal 96,1% al 94,8%, difterite dal 96% al 94,7%, pertosse dal 95,8% al 94,4%, epatite B dal 95,8% al 94,5%. Purtroppo, ha aggiunto Montalti, “assistiamo a una pericolosa disinformazione, diffusa tramite la rete Internet e i social forum, e anche questo contribuisce alla crescita di un movimento contro le vaccinazioni: in Emilia-Romagna i genitori obiettori sono cresciuti dall’1,5% nel 2012 al 3,1% nel 2014, e appare fondamentale lavorare su una corretta informazione sui vaccini”.
Nella risoluzione si ricorda poi che “la Conferenza delle Regioni ha appena deliberato all’unanimità di inserire nel futuro ‘Piano nazionale di prevenzione vaccinale’ anche la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini non in regola con il libretto delle vaccinazioni” e che nella stessa sede “è imminente la discussione del Piano vaccinazioni dell’Istituto superiore di sanità che prevede, tra l’altro, di estendere le vaccinazioni pediatriche raccomandate”.
Il documento approvato impegna quindi la Giunta “a promuovere un’adeguata campagna di informazione e comunicazione che, oltre agli operatori sanitari, raggiunga tutti i nuclei familiari; la Giunta dovrà poi valutare una “revisione della Delibera regionale dell’11 novembre 2013, in particolare per quello che riguarda la modalità di gestione e intervento sull’inadempienza alle vaccinazioni”. Infine, l’impegno è ad attivarsi per allargare l’offerta vaccinale gratuita del Servizio sanitario regionale ad altre patologie ad alta pericolosità, e ci cita il “meningococco B”.
A sostegno della risoluzione è intervenuto Daniele Marchetti (Ln), riconoscendo “che si sono diffuse una preoccupazione e una diffidenza per il peso della lobby farmaceutica”. Ha poi ricordato la morte di una bambina, a Bologna, per la pertosse, una malattia che si credeva ormai debellata. E ha invitato a riflettere “sulla novità destabilizzante costituita dai flussi migratori, che il ritorno sulla scena di malattie ormai da tempo estirpate sul nostro territorio”.
Il Gruppo M5s non ha sottoscritto la risoluzione, ha detto Raffaella Sensoli, “perché va garantita la libertà di scelta e l’autonomia delle famiglie e dei medici, come stabilisce l’articolo 32 della Costituzione. Non si possono minacciare i pediatri di sanzioni, né si può obbligare le famiglie a effettuare vaccinazioni raccomandate e non obbligatorie; le inadempienze sulle vaccinazioni obbligatorie sono già normate. Non si vuole certo negare l’utilità dei vaccini- ha proseguito- ma non si può chiudere gli occhi sul fatto che il 99% dei vaccini pediatrici siano forniti da due soli soggetti”.
A sostegno del documento sono intervenuti vari consiglieri del Pd: Paola Zappaterra, Katia Tarasconi, Giuseppe Paruolo, Paolo Zoffoli, Paolo Calvano, e in dichiarazione di voto, il capogruppo Stefano Caliandro. Tutti hanno sottolineato “come le coperture vaccinali stiano pericolosamente scendendo sotto le soglie considerate sicure, e sia necessario un approccio comune da parte di tutte le Regioni”; apprezzamento è stato manifestato nei confronti del ruolo che sta svolgendo l’assessore regionale alla Salute, Sergio Venturi. Tramite Internet si sarebbe innescata “un’autentica disinformazione di massa, e andrebbe riaffermato il concetto per cui non vaccinarsi costituisce un atto di irresponsabilità sociale”. È stato altresì detto che la questione all’ordine del giorno “spinge a una riflessione più generale sul modello di convivenza possibile in una società in cui l’informazione è massimamente aperta e dilagano teorie del complotto senza alcun fondamento scientifico. L’importanza dei vaccini per la cura di certe malattie è stata provata in modo incontrovertibile, e alla politica si chiedono risposte chiare, scientificamente fondate”. Perciò, hanno sottolineato gli esponenti Pd, “la risoluzione pone in modo cruciale la questione di garantire alla popolazione regionale la più completa e corretta informazione possibile, sia nei confronti delle famiglie che dei medici. Non è certo la Regione che può stabilire nuove obbligatorietà nel campo delle vaccinazioni, ma è decisivo che si prenda coscienza del fatto che se si scende sotto una certa soglia nelle vaccinazioni effettuate, l’intera società regionale ha un problema. La risoluzione contiene prime soluzioni, anche onerose, allargando l’offerta vaccinale gratuita”. Infine, “è stato preso l’impegno a sviluppare un approfondimento in sede di Commissione Politiche per la salute, coinvolgendo i vari soggetti che possono fornire un contributo qualificato”.
Interventi critici sono venuti dai consiglieri Andrea Bertani e Gian Luca Sassi (M5s): “Giusto investire sull’informazione, purché sia scientificamente fondata e in grado di smontare leggende metropolitane che attecchiscono anche per l’insufficiente trasparenza nei rapporti fra ministero della Sanità e aziende farmaceutiche. Va mantenuta ed eventualmente rimodulata la distinzione fra vaccini obbligatori e vaccini raccomandati ma facoltativi”. In generale, “sia i genitori che i medici non vanno obbligati e meno che mai ricattati, ma convinti della giustezza di una scelta”. Dopo che i consiglieri Pd avevano posto l’opportunità di un approfondimento in Commissione, Raffaella Sensoli (M5s) ha chiesto di sospendere la trattazione del punto all’ordine del giorno, rimandando il voto, ma la maggioranza ha respinto questa richiesta.
Critico anche l’intervento di Enrico Aimi (Fi), che ha di nuovo richiamato l’articolo 32 della Costituzione e il principio della libertà di cura, “che affida al medico una responsabilità soggettiva, in scienza e coscienza. Sui vaccini non obbligatori- ha aggiunto- andrebbe affinata una pratica di consenso informato. Temi come questo andrebbero affrontati con maggiore cautela, senza rimuovere dati macroscopici come le centinaia di migliaia di immigrati irregolari, che sfuggono alle vaccinazioni obbligatorie, ponendo la massima attenzione al riemergere di patologie come la tubercolosi. Persino sulla poliomielite, secondo dati dell’assessorato regionale, si è già scesi sotto la soglia di sicurezza”.
Secondo Tommaso Foti (Fdi-An), “questo dibattito serve solo a sostenere l’azione politica dell’assessore Venturi e dei presidenti di Regione di Pd e Lega, ma rimuove una realtà a quanto pare sgradita, e cioè il fatto che dal 1992 l’Italia si sia dotata di una legge per garantire indennizzi ai danneggiati da vaccinazioni obbligatorie. Oggi è di moda invocare i vaccini, ma nemmeno un anno fa vi furono 11 morte sospette per l’uso del vaccino anti-influenzale. È un protagonismo inutile, quello delle Regioni, poiché solo lo Stato può stabilire l’obbligatorietà di certe vaccinazioni”. Inoltre, “non va dimenticato che la responsabilità di sottoporre i figli a vaccinazione non è della società, ma dei genitori”.
A maggioranza, sono stati approvati due emendamenti alla risoluzione presentati dalla consigliera Katia Tarasconi (Pd), nei quali si pone la questione “di adottare una terminologia precisa e uniforme su tutto il territorio regionale, utilizzando in tutti i documenti la definizione di ‘vaccini raccomandati’ e non di ‘vaccini facoltativi’”. Su questo si chiede anche l’impegno della Giunta a richiedere e verificare presso le Asl della regione che la terminologia sia “vaccini raccomandati” e non “vaccini facoltativi”.