“Il caso Volkswagen? Sì, in fabbrica se ne parla, quasi tutti i giorni in realtà. Speriamo bene, ma tutto sommato siamo tranquilli: noi siamo diversi”. Ai cancelli degli stabilimenti Lamborghini e Ducati, in questi giorni, si professa serenità- ma niente nomi o riprese del viso per i giornalisti- sullo scandalo del secolo nell’automotive. Della mega truffa ambientale a suon di manipolazioni hi-tech qui si sa poco o niente. I prestigiosi marchi acquisiti dal gruppo, rispettivamente nel 1998 e nel 2012, sono ritenuti una cosa a sé. Eppure, in fabbrica di Volkswagen si parla tutti i giorni o quasi, dopo il crollo in Borsa e l’addio dell’ad Winterkorn: i timori che la maxi multa intacchi tutto il sistema restano un po’ sullo sfondo, ma la fame di notizie c’è.
Soprattutto alla casa del toro, a Sant’Agata Bolognese: “La truffa? Ne parliamo tra noi, in effetti. Ci tocca meno la cosa, ecco. Qui- racconta un giovane operaio- siamo nel reparto ricerca e sviluppo. Non sono in grado di dire se ci saranno ripercussioni, non ho idea se possano esserci sviluppi anche qui. Speriamo di no dai. Il sindacato? Ha contattato i sindacati tedeschi, penso. Fanno un buon lavoro”.
Qualcun altro, salendo a Borgo Panigale dalle rosse Ducati, pensa ai danni da pagare dopo le manipolazioni di Wolfsburg: “Sì, è normale che se ne parli. Il gruppo è quello… ma qui almeno, per quanto riguarda noi, paura non ce n’è. Siamo tranquilli? È chiaro che dipende anche dai danni che ci saranno da pagare…”. Lamborghini, in particolare, potrà farsi male in questa storia? “Sì, ma noi facciamo un altro tipo di motore, di macchina, abbiamo un altro mercato. Confidiamo che questo possa darci un mano, diciamo. Lamborghini-diesel ancora non ne facciamo”, si sorride in un altro gruppo di tute blu. E più in là: “Auto truccate anche in Europa? A noi non cambia una virgola. In fabbrica se ne discute, quasi tutti i giorni. Vediamo come si procede man mano, vediamo le novità che arrivano. Un’assemblea col sindacato l’abbiamo fatta, ma non si sbilanciano…”.
Fanno eco altri attorno ai cancelli Ducati: “Sapevamo che questo tipo di manipolazioni fosse possibile, ma non credevamo avrebbe coinvolto un gruppo come quello di Wolfsburg”. Aggiungono del resto a Sant’Agata: “In questo momento non ci sono grandi opinioni, siamo in fase di acquisizione di informazioni, diciamo. Ma devo andare perché ho poco tempo, altrimenti non riesco a prendere neanche un caffè”, si congeda un altro operaio. Un collega sfodera l’orgoglio: “Germania che truffa? Siamo diversi noi, facciamo un lavoro diverso. Sullo scandalo non ho approfondito, ma sicuramente non è il massimo della vita. Qui lavoro nella linea motori. Siamo sereni. In quest’azienda siamo quasi sempre sereni. Abbiamo sempre fatto le cose giuste. Poi, certo, i problemi possono capitare a chiunque”.
Agenzia Dire – www.dire.it