Come possono le donne conciliare il lavoro con la famiglia, e come possono ritagliarsi uno spazio sempre più importante nella vita pubblica? Queste le domande al centro del convegno, organizzato dall’Acli e dal Coordinamento donne Acli Bologna, “Le donne ce la fanno”, tenutosi sotto le Due Torri. L’assessore comunale alla Legalità e alle politiche giovanili Nadia Monti traccia un quadro della situazione nella Città metropolitana di Bologna, e i risultati non sono dei più incoraggianti: negli ultimi anni, infatti, i dati dicono che “solo il 45% dei lavoratori è donna, e il tasso di occupazione femminile è in calo soprattutto nella fascia d’età tra 18 e 29 anni”.
Anche le imprese a conduzione femminile sono in calo, e come testimonia il sindaco di San Lazzaro di Savena Isabella Conti, “si tratta quasi sempre di società di persone e non di capitali, spesso legate al mondo dell’estetica, ad esempio i negozi di parrucchiera”. Questo, secondo entrambe, “indica la presenza di stereotipi culturali ancora molto radicati, da eliminare al più presto”, così come va eliminata, a parere di Conti, “l’idea che una donna, per emanciparsi, debba necessariamente assumere atteggiamenti maschili”. Stereotipi, aggiunge Monti, che si manifestano anche in politica, nonostante “oggi l’ingresso delle donne sia più facile rispetto a prima”. Infatti, dice con una battuta l’assessore, “quando si presentano i ministri, degli uomini si studia il curriculum, delle donne la mise”.
Come fare, allora, per sopperire a questi ritardi culturali? Un buon inizio, a parere della consigliera comunale di Bologna Federica Salsi, potrebbe essere rappresentato “da un partner che supporta la propria compagna e non teme di essere messo in ombra dai suoi successi”. Poi, secondo la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini, che coglie l’occasione per presentare il suo libro “Le mamme ce la fanno”, è necessario “mettere sempre più donne in politica per fare massa critica e promuovere politiche che eliminino le disuguaglianze di genere”. Servirebbe, secondo Gualmini, anche “maggior determinazione da parte delle donne, che spesso fanno un passo indietro perché hanno paura di gestire il potere”, timore ingiustificato, tanto più che “in politica ci sono molti uomini incompetenti che gestiscono il potere senza farsi problemi”. Infine, dice la vicepresidente della Regione, “c’è bisogno di un welfare che sia più rivolto a giovani e bambini, mentre in Emilia-Romagna le politiche in quel settore vanno ancora in un’altra direzione”.
Agenzia Dire – www.dire.it