I conti della Regione Emilia-Romagna sono solidi. Lo assicura l’assessore al Bilancio di viale Aldo Moro, Emma Petitti, che ha visto oggi l’Assemblea legislativa approvare il rendiconto 2014 (a favore di Pd e Sel, contrari Lega nord, M5s e Fdi). La Regione può vantare dunque una “sostanziale solidità dei conti pubblici e degli equilibri- afferma Petitti- nonché di comprovato rispetto delle disposizioni e dei vincoli dell’ordinamento legislativo vigente”.
Rispetto al bilancio di previsione, nel rendiconto 2014 ci sono 1,3 miliardi di euro in più (+7,3%) derivati da maggiori entrate. In particolare, sottolinea il relatore di maggioranza, Roberto Poli (Pd), si parla di 91 milioni di euro recuperati dall’evasione fiscale su Irap e tassa automobilistica rispetto ai 73 previsti, “che hanno consentito di ampliare per 18 milioni i margini del Patto di stabilità regionale”. Inoltre, altri 23 milioni in più sono arrivati dal recupero coattivo dei tributi regionali. E ancora, circa “180 milioni in più all’anno verranno destinati al sistema sanitario”, spiega Poli, grazie a una “accurata revisione e razionalizzazione delle spese di funzionamento”. Infine, ricorda il relatore, “la scelta di non incrementare il debito, evitando la contrazione di nuovi mutui, ha determinato un conseguente minore indebitamento dell’ente (54 milioni in meno, ndr) e questo ha consentito di evitare interventi sulla leva fiscale”.
La Lega nord però contesta le cifre. Le maggiori entrate sono state “utilizzate in buona parte per chiudere i buchi della sanità regionale- attacca il leghista Massimiliano Pompignoli, relatore di minoranza- evidente, inoltre, la difficoltà nel recuperare i residui attivi: oltre 300 milioni di euro con più di cinque anni di anzianità sono ormai inesigibili. Nel 2014 la Regione è stata costretta a stralciare 12 milioni di euro di crediti inesigibili”.
In particolare, il Carroccio contesta la riduzione di risorse per le imprese e per il sostegno all’occupazione. “Dietro questi numeri ci sono aziende e associazioni che attendono di essere pagate, anche relativamente ai risarcimenti del post sisma- critica Pompignoli- lascia sconcertati che in un periodo che dovrebbe garantire l’aggancio alla ripresa economica, vi siano risorse risibili investite nei settori che potrebbero essere strategici per creare lavoro. Inefficienti anche le misure che dovrebbero snellire la capacità di accedere ai finanziamenti, da parte di persone e aziende colpite da calamità naturali, abbandonate al loro destino”.
Agenzia Dire – www.dire.it