La desecretazione dei segreti di Stato annunciata dal presidente del Consiglio Matteo Renzi ormai un anno fa finora ha prodotto “solo roba inutile e inutilizzabile”. Insomma, “una perdita di tempo”. È durissimo l’attacco di Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Ustica, che a Bologna, il 17 giugno, ha presentato l’edizione 2015 della rassegna culturale “Il giardino della memoria”, in ricordo dell’abbattimento del Dc-9 dell’Itavia. “Salutammo con soddisfazione la delibera di Renzi sulla decrittazione degli atti- ricorda Bonfietti- era una cosa importante. Non pensavamo certo di trovare la pistola fumante in quelle carte, ma ci pareva importante il messaggio di trasparenza” da parte dello Stato. Un anno dopo, però, nulla di rilevante è accaduto.
“Che da quella circolare sia conseguita una capacità reale di vedere qualcosa d’importante, non è vero- attacca Bonfietti- tutto è complicato e capisco le difficoltà, ma quando si fanno dichiarazioni di questo tipo e si alimentano speranze, ci si deve anche mettere in condizione di attuare il provvedimento. E questo non è stato fatto”. Quest’anno cade il 35esimo anniversario della strage di Ustica e i familiari delle vittime hanno davvero perso la pazienza. “È un numero esagerato, ma siamo ancora qui- rivendica Bonfietti- dal 1999 sappiamo che l’aereo è stato abbattuto all’interno di uno scenario di guerra, ci sono due sentenze della Cassazione che riconoscono la responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti”. E anche in sede civile alcuni familiari cominciano a ottenere le prime vittorie. Insomma “siamo arrivati- afferma Bonfietti- più di così non si può”.
E allora, attacca la presidente dell’associazione delle vittime di Ustica, “è sempre più impossibile e inaccettabile che il mio Paese non abbia la forza di chiedere chi ha abbattuto quel Dc-9. Non lo riesco più ad accettare. Mi offende come cittadina questa mancanza di dignità dimostrata dal mio Paese”. Come associazione delle vittime, dunque, “continueremo a chiedere con molta rabbia e determinazione al presidente del Consiglio e al presidente della Repubblica, al Governo e alle diplomazie, di attivarsi in maniera diversa, di imporre e di indurre comportamenti e risposte diverse da parte di Paesi amici e alleati. Questa è l’unica direzione in cui andare, altro non si può fare”, ribadisce Bonfietti.
Dal 2007 la Procura di Roma ha riaperto l’indagine “dopo che Francesco Cossiga aveva coinvolto la Francia nell’abbattimento dell’aereo- ricorda la presidente dell’associazione- le risposte a queste rogatorie non sono soddisfacenti. È il Governo del mio Paese che deve pretendere altre risposte. Capisco che è difficile rivendicare un’operazione militare fatta in quei cieli anche da potenze amiche, però la battaglia nostra non terminerà. E’ necessario dopo 35 anni provare a voltare pagina”. Bonfietti spera anche che il Senato (la Camera ha dato l’ok di recente) approvi in tempi rapidi la ratifica della convenzione europea per la collaborazione in materia di giustizia tra i Paesi Ue. Questo permetterebbe all’Europa “nel caso volesse proseguire nelle petizioni che avevamo presentato, affinchè anche l’Europa si muova nei confronti dei Paesi che poco avevano collaborato con la magistratura italiana. Speriamo si possa riprendere il percorso che si era interrotto in Europa”, conclude Bonfietti.
Agenzia Dire – www.dire.it