Alessio Guidi: un santagatese ci racconta della propria sfida “anima e corpo”
Pubblichiamo la lettera di Alessio Guidi, che recentemente ha dovuto metabolizzare la tragica scomparsa della giovane cugina Elisa Manfredi, lanciandosi in una sfida ardita, quella di arrivare a compimento del “Passatore”, ovvero percorrere di corsa, un tragitto di 100 km.
<< Il Passatore è sempre stato il mio grande sogno nel cassetto ma anche l’unica corsa su cui pendeva il veto di mia moglie ma quando è venuta a mancare mia cugina il giorno dopo non ci ho pensato su neanche per un secondo e mi sono iscritto subito pensando solo ed esclusivamente a lei. Così mi sono presentato sabato pomeriggio al via del Passatore da solo, senza assistenza, senza aver la benché minima preparazione, senza conoscere il percorso ma solo con la mia determinazione e con addosso una maglietta dedicata a mia cugina. Bellissimo il clima prima del via con tantissima gente allegra e serena senza la solita “sclerosi” pre gara domenicale, tanti amici rimasti di stucco nel vedermi col pettorale (non lo sapeva nessuno a parte mia moglie e il marito di mia cugina…che mi sarebbero venuti a vedere all’arrivo), tanti amici “virtuali” di FB che sono diventati “reali” e tantissimi che vedendo la mia maglietta non hanno fatto mancare il proprio appoggio ed incoraggiamento. La partenza è da Via dei Calzolai in centro a Firenze e i quasi 2.500 partecipanti la riempiono allegramente in attesa di partire per Faenza, presentazione di rito per Sua Maestà Re Giorgio Calcaterra che partiva per vincere la sua decima edizione consecutiva del Passatore (cosa che “ovviamente” è riuscito a fare dopo poco più di sette ore dal via) tra l’altro inquadrandosi partendo dalle retrovie dello schieramento e facendo migliaia di foto….che dire??? UN MITO!!! Alle 15,00 in punto è partita le 41esima edizione del Passatore e non ho neanche fatto in tempo a realizzare che era appena partito il mio più grande sogno podistico che sono stato travolto dal tifo assordante di Piazza del Duomo, i primi km scorrono via veloci uscendo da Firenze e inizia la lenta salita verso il passo della Colla, bellissimi i paesaggi tipici delle colline toscane e Firenze sullo sfondo diventa sempre più piccola e lontana. Tutti i paesini e i borghi toccati dal percorso sono coinvolti e partecipano al tifo, la mia maglietta non passa inosservata e ricevo tantissimi attestati di stima e non mancano le inevitabili gaffes che ho accettato col sorriso sulle labbra essendo un vero intenditore nel settore, la più bella (riferita alla frase SEMPRE CON ME sopra alla foto di mia cugina che avevo sulla schiena) è stata : “ma la tù moglie anche alle corse te la devi portà appresso??? ma lassala a casa na volta tanto”. Arriviamo a Fiesole e poi ancora su fino alla vetta delle Croci al 15esimo km, poi la strada spiana fino a Borgo San Lorenzo, la discesa mi permette di rifiatare e di scambiare per un paio di km qualche chiacchiera con Moreno, salutare i tanti amici in corsa, i tanti amici “in assistenza” e fermarmi per la foto di Giuliana, di Francesca, di Claudio e di Cinzia. Mi sono fermato con molta calma in tutti i ristori e in tutte le fontane sul percorso perché il pomeriggio è caldo e i km iniziano a farsi sentire, difatti appena passato Borgo San Lorenzo al 32esimo km in 3 ore e 6 minuti ho prudentemente e, col senno di poi, saggiamente camminato per tutti i 16 km di salita fino ad arrivare al punto più alto del percorso del passo della Colla mettendoci esattamente 3 ore!!! Gli ultimi km di salita sono veramente impegnativi e tutti quelli che fanno assistenza ad amici o parenti non fanno mancare il proprio tifo e il proprio supporto a tutti, a dire il vero forse gli accompagnatori erano un po’ troppi e difatti già ad un km dalla vetta c’era la fila di macchine ferme in coda in mezzo alla strada che ci ha costretti a zig-zagare prima di raggiungere la tanto agognata vetta. Arrivato in cima con estrema calma mi sono preso tutto il tempo necessario per ritirare lo zainetto, asciugarmi, mettermi una seconda maglia e una giacca a vento, fare un po’ di stretching e mangiare un piatto di pasta in bianco, poi con la frontale accesa ho iniziato ad affrontare la discesa mentre faceva già buio. Appena ho visto il cartello del 50esimo km mi sono ricordato in quell’istante di aver appena battuto il mio record di lunghezza in corsa….e me ne mancavano “solo” altri 50!!!! La discesa al buio è stata sicuramente per me la parte più emozionante e più suggestiva di questa corsa con le lucciole a farci compagnia, la luna piena ad illuminarci la strada e la miriade (almeno per la prima parte) di lucine frontali, led ad intermittenza e catarifrangenti a creare un bellissimo gioco di luci. Al 65esimo km si arriva a Marradi e la “gamba gira” ancora abbastanza bene e mi accorgo tra l’altro che così facendo la mia “proiezione” di arrivo si aggirerebbe attorno alle 12 ore, qui finisce la discesa ed inizia la parte di falsi piani che ci accompagnerà fino a Faenza, al 70esimo km passo in 8 ore e 55 minuti che è pura fantascienza per la mia preparazione. L’inevitabile ed ampiamente prevista crisi difatti non tarda ad arrivare e già al “check point” di San Cassiano al 76esimo km passo in 10 per e 10 minuti e capisco immediatamente che è giunto il momento di usare la testa perché praticamente il “mio” Passatore sarebbe iniziato da lì, per fortuna che continuano le chiacchiere ai ristori ed iniziano tutta una serie di sorpassi e controsorpassi con Fabrizio, col mitico Piv, con Giovanni, con Elisabetta e con Barbara a tenermi “sveglio” e sul pezzo. Col passare delle ore di podisti e di accompagnatori ce ne sono sempre meno, il buio di conseguenza è molto più buio di prima, ormai non riesco più a correre in salita quindi mi limito a farlo solo nelle discese, inizio a fare parecchi pezzi di strada camminando e ovviamente mi raffreddo molto più velocemente, mi impongo di correre per scaldarmi ma a volte ci riesco solo per qualche centinaio di metri. I ristori ormai sono per me fondamentali per bere bevande calde e provare di mangiare qualcosa ma soprattutto per sedermi e per far riposare le gambe, le soste diventano sempre più lunghe e diventa sempre più difficile ripartire. Arrivo così al ristoro di Brisighella all’ 88esimo km in 12 ore e 11 minuti e mi ritrovo Lorenzo, Andrea e Daniele a fare il tifo e per fare qualche foto, ovviamente la cosa mi fa enormemente piacere perché sarà per me un ristoro lunghissimo ormai non faccio più previsioni sull’orario di arrivo ma ho un unico obiettivo…..arrivare!!!! Adesso siamo veramente tutti sgranati sul percorso, la strada diventa un “drittone” fino a Faenza, la fatica e la stanchezza ormai non mi permettono più di correre nemmeno in pianura ma davanti a me la strada è illuminata molto più dall’immagine sorridente di mia cugina che dalla mia luce frontale, inizio a pensare cha al traguardo c’è mia moglie e il marito di mia cugina che mi aspettano, sono costretto a sedermi due volte al lato della strada perché anche a camminare le gambe mi fanno un gran male ma a questo punto mai e poi mai mi sarei ritirato. Gli ultimi km sono un calvario arrivo al ristoro del 95 esimo km, non riesco più a mangiare, ho solo sete e freddo, mi siedo e bevo tre bicchieri di the bollente provo a ripartire ma le gambe proprio non ne vogliono sapere allora bevo un altro bicchiere di the stando in piedi ed abbozzo una goffissima corsetta quasi sul posto pur di riscaldarmi, grazie a questo “strategemma” arrivo al 97esimo km, i km 98 e 99 li faccio tutti di passo, sono già dentro a Faenza, è già quasi giorno, spengo la frontale e provo di fare almeno l’ultimo km di corsa, dopo 100 metri sono costretto a fermarmi e cammino fino a 200 metri dal traguardo. Inizio a rendermi conto dell’impresa che sto per riuscire a fare, iniziano a frullarmi nella testa 1000 ricordi legati a mia cugina e alla mia famiglia, addirittura mi piacerebbe che questi 200 metri non finissero mai, in uno stato di trance mi tolgo la giacca a vento e la seconda maglia….ecco mi preparo all’arrivo che ho sognato per tutti questi 100 km cioè io con lo sguardo rivolto al cielo e la mia maglietta gialla fluo con su la foto di mia cugina…ecco ci siamo, ultima curva a sinistra, intravedo gli striscioni….PAPI PAPI DAI DAI…cosa????? Sto sognando??? No no è impossibile!!! Mi corre in contro mia figlia e mi prende per mano e mi dice “ohhhhh era ora dai mò che corriamo insieme”. Non capisco più niente, non me l’aspettavo, non lo sapevo, mia moglie che mi abbraccia, Alessandro (marito di mia cugina) che mi da il cinque alto, mia figlia che mi tira per un braccio….il traguardo a 100 metri, sono dentro ad un vortice di emozioni, inizio a sentire il tifo di Lorenzo e della Francesca, aiuto cosa devo fare????? E mi riappare lei, l’Elisa che mi dice lì….devi arrivare fino lì e prenderti questa meritatissima medaglia., taglio il traguardo, piango rido urlo….sono un PASSATORE!!!! Sul cronometro c’è scritto 14.19.13 nel mio cuore c’è scritto Elisa e un grazie a tutti gli amici e a tutte le persone che mi hanno sostenuto ed incitato ma soprattutto a mia moglie, a mia figlia e Alessandro che hanno reso ancora più speciale e commovente il mio arrivo e il raggiungimento del mio grande sogno nel cassetto. Solo dopo aver tagliato il traguardo in piazza a Faenza un podista capisce per davvero la magia del Passatore, per me è stata molto più di una bellissima corsa direi un viaggio introspettivo con me stesso in uno straordinario mix di solitudine e compagnia, pianti e risate, silenzi e chiacchiere, buio e luce, luna e sole, freddo e caldo, dolore e gioia ma soprattutto ho capito che quando uno è veramente motivato non ha praticamente ostacoli (sportivamente parlando) e nel mio piccolo penso di aver fatto un piccolo capolavoro. Ciao Elisa>>