Il sindaco la definisce “mossa del cavallo”. Di certo, rispetto all’annuncio di alcune settimane fa sulla cessione delle quote di Hera di proprietà di Palazzo D’Accursio, quella di Virginio Merola è una decisa inversione di rotta. Il Comune di Bologna si terrà le proprie azioni della multiservizi e chiederà ai sindaci dell’area metropolitana di condividere (Imola esclusa) un patto di secondo livello nel quale decidere assieme le scelte inerenti alle quote di Hera non vincolate e disponibili per il mercato. “La scelta di non vendere non è un atto demagogico”, assicura Merola che, solo qualche minuto prima dell’annuncio, ha incassato il placet dei sindacati confederali, con i quali si è impegnato per iscritto a non mettere sul mercato le azioni della società di viale Berti-Pichat. Del resto, spiega il sindaco, per Bologna non c’è più l’urgenza di vendere dettata dalle difficili condizioni di bilancio.
Intanto, ci sono i 40 milioni dei fondi strutturali europei assegnati direttamente alla città metropolitana e al Comune di Bologna, sul cui utilizzo Merola intende avviare un confronto con gli altri sindaci del bolognese e con i quartieri in un ottica di bilancio partecipato. Poi, altre risorse arriveranno dalla quotazione in Borsa dell’Aeroporto di Bologna (promesse in parte alla Fiera a supporto del piano di investimenti sul quartiere). Infine, il primo cittadino del capoluogo emiliano conta di strappare una quota consistente dei 2,5 miliardi dei fondi europei che la Regione si appresta ad erogare. “In passato alla provincia di Bologna arrivava il 30-40% di quei fondi. Se la Regione vuole creare la città metropolitana dovrà investire”, scandisce Merola.
Il primo cittadino di Bologna intende far valere la promessa del governatore Stefano Bonaccini, che ha assicurato una programmazione condivisa, puntando, forse, a strappare una fetta più cospicua di risorse. Insomma, garantisce Merola, Bologna non ci rimetterà né “pregiudicherà la propria capacità di investimento”. Anzi, rafforzerà la sua posizione nell’azionariato di Hera (“Ci rafforzeremo come azionista di maggioranza”) e potrà “godere dei dividendi di Hera, che uscirà rafforzata dall’operazione che si farà con il rinnovo del patto” che porterà gli azionisti pubblici dall’attuale 51% al 38%.
Agenzia Dire – www.dire.it