Gli scavi archeologici, che nel 2013 hanno interessato il territorio di Sant’Agata, hanno portato alla luce una villa rustica romana e un pozzo idrico. Le indagini, condotte sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna (funzionario archeologo dott.Tiziano Trocchi) ed eseguite dal Museo Archeologico Ambientale di Terred’acqua con il coordinamento della dott.ssa Silvia Marvelli, in collaborazione con il Comune di Sant’Agata Bolognese e la Partecipanza Agraria di Sant’Agata Bolognese, hanno rinvenuto uno dei più importanti e meglio documentati insediamenti, riconducibile all’età romana.
Nella vasta area (circa 2.100 mq), dove si sono eseguite le ricerche, sono stati rinvenuti i resti di un grande complesso produttivo che era localizzato vicino ad un importante corso d’acqua, sito che risultava inserito nelle maglie della centuriazione ovvero la spartizione che suddivideva il territorio a quell’epoca. Numerosi inoltre sono i reperti rinvenuti fra cui vasellame da mensa in terra e in ceramica, anfore, dolia, esagonette, pesi da telaio, un mortaio fittile, frammenti in vetro e due monete (una delle quali databile al 43 a.C). In particolare, a seguito dello svuotamento del pozzo, che era stato costruito per l’approvvigionamento idrico, si è potuto pervenire al ritrovamento di ben 104 manufatti, tutti in eccellente stato di conservazione. Tra cui brocche integre in ceramica, recipienti in bronzo e rame, un coltello in ferro, un pettine in legno, fondi di secchi in legno, resti di cordame vegetale, due ganci ad ancora a tre denti in metallo con catena o anelle di fissaggio, usati per il recupero dei recipienti, una zappetta in metallo con resti del manico in legno, un grande cucchiaio in legno, altri piccoli oggetti in metallo, legno e pietra e numerosi altri frammenti di recipienti in ceramica, in terra, in ceramica ed in vetro. Ma, cosa altrettanto sorprendente, è che oltre ai resti di oggetti rinvenuti, nel pozzo sono stati trovati anche frammenti vegetali o comunque di materiale organico dal quale si evincono diverse testimonianze delle abitudini alimentari della comunità, che a quei tempi, viveva nel territorio. Rami, foglie, fiori, semi e frutti tra cui noci, nocciole, acini d’uva, semi di melone, di pesche, cariossidi di grano e orzo, vere e proprie tracce di una civiltà che ci ha lasciato in eredità il proprio stile di vita. Reperti che costituiscono un potenziale notevole, e che andrebbero quindi valorizzati e recuperati.
La villa e il pozzo sono gli attuali protagonisti della mostra denominata “La Villa nel Pozzo. Un insediamento rustico romano a Sant’Agata Bolognese” allestita presso la Sala Nilla Pizzi di Sant’Agata Bolognese e che rimarrà allestita fino al 31 marzo 2015. Mostra che ha riscosso un notevole successo, dati gli oltre 7000 visitatori, tra cui cittadini e scuole di molti Comuni limitrofi. E, data l’enorme importanza di tali reperti, anticipiamo che, a breve, questi ritrovamenti andranno a caratterizzare una specifica mostra permanente di grande valore storico e sociale per il territorio.
Palopoli Laura, in collaborazione con Silvia Marvelli.