La ‘ndrangheta in Emilia Romagna, blitz dei Carabinieri: 117 arresti
Maxi operazione antimafia contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. Questa mattina i Carabinieri- sono impegnati in migliaia con l’ausilio degli elicotteri- sono al lavoro per eseguire 117 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Bologna su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Bologna. Sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, reimpiego di capitali di illecita provenienza, emissione di fatture per operazioni inesistenti e altro, con l’aggravante di aver favorito l’attività dell’associazione mafiosa. Altri 46 provvedimenti sono stati emessi dalle procure di Catanzaro e Brescia.
I Carabinieri stanno eseguendo arresti e perquisizioni a raffica anche in Emilia, dove l’inchiesta “ha accertato la presenza della ndrangheta- si legge in una nota dei Carabinieri- che ha assunto una nuova veste“, curando i rapporti “con gli imprenditori locali”.
Nell’ambito della maxi operazione contro la ‘ndrangheta, in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia, è stato arrestato oggi anche Giuseppe Pagliani, consigliere comunale e provinciale di Forza Italia a Reggio Emilia. Per lui l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Il consigliere azzurro era già finito mesi fa nella bufera per aver partecipato ad una cena con alcuni imprenditori calabresi ritenuti vicino alle cosche, ma aveva sempre respinto ogni accusa.
ALFONSO (DDA): COINVOLTI AMMINISTRATORI E GIORNALISTI – Una storia lunga oltre 30 anni, è questo il tempo che ci ha messo la cellula dell’ndrangheta stroncata oggi a svilupparsi e radicarsi in Emilia. Lo spiega in conferenza stampa il procuratore capo di Bologna, Roberto Alfonso, numero uno della Dda dell’Emilia-Romagna. La storia parte dal “9 giugno 1982, data in cui Antonino Dragone arriva in Emilia-Romagna- afferma Alfonso- è allora che viene concepito il gruppo emiliano. In 30 anni, si è sviluppato ed è cresciuto come una metastasi, partendo da Reggio Emilia attaverso Parma e Piacenza fino ad arrivare alle rive del Po a Cremona”. L’organizzazione “si è prima insediata e strutturata nel territorio, inquinando diversi settori dell’economia a partire dall’edilizia- dice Alfonso- fino ad arrivare a toccare consulenti, ma anche amministratori e dirigenti pubblici, appartenenti alle forze dell’ordine e anche giornalisti”.
Agenzia Dire – www.dire.it