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Ecolegalità 2.0: la scuola contro le ecomafie per un futuro di legalità

Sono 4 le scuole coinvolte nel progetto Ecolegalità2.0 presentato da Legambiente Emilia Romagna in risposta ad un bando della Regione Emilia Romagna nell’ambito del Servizio Politiche per la Sicurezza e della Polizia Locale. Un progetto che ha come obiettivo principale la diffusione tra i ragazzi delle scuole medie superiori di II grado della cultura della legalità, e l’approfondimento tecnico sulle ecomafie, ovvero su tutte le forme di aggressione al patrimonio ambientale del nostro Paese ad opera delle organizzazioni mafiose.

Come rilevato anche dall’ultimo Dossier Ecomafie di Legambiente, l’Emilia-Romagna conferma infatti risultati di un certo peso nella classifica italiana dei reati legati alle Ecomafie. Nel 2013 ha registrato non solo 837 infrazioni accertate, 1.219 denunce e 237 sequestri ma si è confermata come uno dei “palcoscenici” prediletti dalla ‘ndrangheta e dei suoi alleati, collocandosi al secondo posto in Italia per numero di “segnalazioni di matrice ‘ndranghetista” (ben 50), subito dopo la Lombardia che registra 55 segnalazioni.

Perché è qui che le organizzazioni mafiose trovano quel giusto mix tra opportunità di business, flussi di denaro e assenza di conflittualità civile per svolgere nell’ombra le loro attività criminali, e per trarre il massimo vantaggio dalle occasioni di difficoltà di cittadini e imprenditori, si tratti degli effetti della lunga crisi economica che ha spinto al bisogno di liquidità imprese e privati, o di eventi di eccezionale gravità e danno materiale come un terremoto.

La ricostruzione post terremoto, infatti, è stata da subito individuata come un’occasione che poteva spalancare le porte all’infiltrazione delle cosche grazie sia al meccanismo degli appalti pubblici, sia a quello delle commesse guidate dai privati per ricostruire le proprie case e le proprie aziende. E l’operazione dei carabinieri di ieri dimostra che purtroppo le pur preziose azioni preventive e di controllo messe a punto dall’amministrazione regionale per guidare le assegnazioni dei lavori di ricostruzione da sole non sono sufficienti.

«Si è sempre parlato della ‘ndrangheta imprenditrice: gli arresti di oggi dimostrano proprio l’esistenza di questo tipo di organizzazione», ha spiegato il procuratore capo di Bologna Roberto Alfonso durante la conferenza stampa in cui è stata illustrata la grande retata che ha portato agli arresti di ieri.

Arresti che fanno dire a Giovanni Tizian – in video collegamento con gli studenti del Liceo Copernico di Bologna – che quella che è stata scoperta è “Una cellula emiliana della ‘ndrangheta. Che ha forza militare, finanziaria e di relazione. Relazioni con la politica e persino con l’informazione. Tra Modena e Piacenza i padrini hanno investito denaro, tanto denaro. E si presentano come imprenditori perbene.”

Ma il controllo delle forze dell’ordine e delle autorità preposte deve essere supportato anche da una definitiva presa di coscienza e di riconoscimento della presenza mafiosa in regione da parte della cittadinanza. Per queste ragioni Legambiente Emilia Romagna ha proposto questo progetto indirizzato alle scuole, che vedrà i ragazzi coinvolti non solo in un’attività di formazione sui temi dell’ecomafia, ma soprattutto nella preparazione autogestita di un prodotto educativo/comunicativo realizzato con strumenti in versione 2.0.

“L’operazione dei Carabinieri che ha portato ieri all’arresto di 117 persone è l’ennesima conferma di come l’Emilia Romagna sia al centro dell’interesse delle cosche mafiose – afferma Lidia Castagnoli della segreteria regionale di Legambiente – L’attività di sensibilizzazione dei ragazzi sul fenomeno delle ecomafie e dell’illegalità ambientale, diventa quindi uno strumento fondamentale per la promozione di una cultura del territorio di contrasto alla criminalità”.

A conclusione delle attività, il progetto prevede che le scuole coinvolte partecipino ad un concorso per il migliore prodotto educativo sull’ecomafia prodotto dagli stessi ragazzi, scelto e premiato da una giuria di addetti al settore nel corso di un evento pubblico regionale che si terrà nell’estate di quest’anno.

Ufficio Stampa – Legambiente Emilia Romagna

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