Una donna non si tocca neanche con un fiore. Ma si dovrebbe aggiungere neanche subissandola di insulti e umiliazioni. Secondo il report “Conoscenza e percezione della violenza di genere parte seconda-Parola agli uomini”, realizzato dalle associazioni PerLeDonne, Primola di Imola e dall’associazione Choraa di Bologna, il 57% degli intervistati, su un campione di 599 persone, ha dichiarato di aver assistito a gesti violenti. Quando si è chiesto loro di specificare di che tipo, ciò che è emerso è stato che per la stragrande maggioranza si trattava di insulti, umiliazioni o strattonate; ma, scavando più a fondo, risultava che questi atti non venissero percepiti a pieno come violenti perché non di tipo fisico. “Il risultato di questa ricerca- dice Maria Rosa Franzoni, presidente dell’associazione PerLeDonne- dimostra come molti uomini considerano un gesto come violento solo quando una donna finisce in ospedale. Questo dimostra quanta strada abbiamo ancora da fare e quanto sia necessario parlare di questo problema”.
Le domande, che le volontarie delle diverse associazioni hanno rivolto nei mesi scorsi, hanno interessato uomini di diversa età ed estrazione sociale ponendo però l’attenzione in modo particolare sulle nuove generazioni. “Molte volontarie lavorano nella scuola– continua Franzoni- e abbiamo cercato di sentire quanti più ragazzi possibili, proprio per avere un’idea di come crescono i nostri giovani e che percezione hanno della violenza di genere”. Otto quesiti in tutto per capire che cosa pensano gli uomini su questo tema e come lo percepiscono.
Spulciando i dati, ciò che viene fuori è un atteggiamento che ha come fulcro non solo la rabbia o la difficoltà nel gestirla ma anche l’incapacità di affrontare i problemi sfogando le proprie frustrazioni sulla partner. Una natura violenta, la crisi all’interno della coppia o la perdita del lavoro sono, secondo gli intervistati, i motivi che scatenano dei gesti violenti. E come reazione a tutto ciò la sola risposta possibilie è quella di adottare interventi di tipo repressivo.
“Alla domanda quali sono i possibili interventi da adottare nei confronti di un uomo maltrattante- conclude Maria Rosa- la maggior parte ha scelto interventi di tipo coercitivo: denuncia, carcere, punizioni. Non dico che non sia giusto ma credo che una risposta adeguata a questo problema passi anche anche dalla prevenzione e dall’educazione”.
Fonte Agenzia Dire – www.dire.it