Solo io mi sono stupito della classifica dei “Borghi Felici” 2014?
Appena uscita la graduatoria dei Comuni italiani oltre i 5000 abitanti che premierebbe i criteri del “viver bene”, cioè prendere come criterio il parametro BIL (Benessere Interno Lordo) al posto del PIL, subito tutti a spulciare i nomi: per Terred’Acqua il responso dice San Giovanni in Persiceto fuori dai primi 176, Calderara di Reno 30esima, Anzola dell’Emilia 51esima, Crevalcore e Sant’Agata Bolognese fuori, e Sala Bolognese addirittura 18esima in Italia! Responsi quantomai opinabili…
I criteri di assegnazione dei punteggi di questo fantomatico BIL parrebbero congrui: venti indicatori che fotograferebbero la qualità della vita tenendo conto di parametri come condizioni di vita materiale, istruzione e cultura, partecipazione alla vita politica, rapporti sociali, in/sicurezza, ambiente, attività personali e salute. Posta così non fa una piega.
Poi confronto i risultati con lo stesso studio effettuato nel 2011:
1. Bardolino
2. Brunico
3. Sirmione
4. Appiano sulla strada del vino
5. Saluzzo
I primi 4 sono gli stessi top Comuni del 2014, quadra. Saluzzo, al quinto posto nel 2011, non trova posto tra i primi 176 del 2014, molto strano. Nella classifica attuale al secondo posto troviamo Vipiteno, che tre anni prima non risultava tra i primi 246, molto strano.
Allora restringo il mio studio alla sola provincia di Bologna, della quale ho più sensibilità:
8. Argelato
14. Granarolo
17. Zola Predosa
18. Sala Bolognese
25. Castenaso
30. Calderara di Reno
36. San Giorgio di Piano
37. Minerbio
40. San Lazzaro di Savena
51. Anzola dell’Emilia
Cosa bislacca, confrontandoli con la classifica del 2011 si scopre che NESSUNO di questi Comuni rientrava tra i primi 246 in Italia: molto strano.
Analisi contraria, cerco i Comuni della provincia di Bologna nello studio del 2011:
16. Bentivoglio
26. Marzabotto
28. Castel Maggiore
65. Medicina
84. Castel San Pietro terme
97. Crevalcore
Di questi 6 Comuni, tra i top 100 nel 2011, NESSUNO è presente nella classifica dei migliori 176 del 2014.
Quindi, appurato che in tre anni non c’è stata alcuna rivoluzione industriale/politica/sociale nella provincia di Bologna, le opzioni sono due:
– questo studio è pietoso;
– non è stato adeguatamente spiegato il metodo di analisi dei dati;
in ogni caso, è vergognoso come tutti i media abbiano pedissequamente diffuso dati bislacchi senza nemmeno porsi delle domande e analizzare quanto si stava scrivendo, diffondendo notizie se non false quantomeno tremendamente lontane dalla realtà.
Luca Frabetti