Qual è stata la sua reazione dopo la vittoria?
Certamente di gioia, ho pianto, ma allo stesso tempo un sentimento di consapevolezza di una responsabilità molto grande che mi hanno attribuito i cittadini. Il risultato è andato molto oltre a quello delle europee, un segnale chiaro quindi. Il risultato più alto a Calderara da quando ci sono le elezioni dirette del sindaco.
A chi o a cosa ne attribuisce il merito?
Ritengo che i cittadini abbiano compreso e apprezzato il lavoro fatto nei 5 anni precedenti. Ho sempre detto che il mio motto è “non dico quello che faccio, ma faccio quello che dico”. Forse le persone ne hanno capito il senso. Più in generale c’è un’esigenza di credibilità della politica, che va riconquistata e di cui si sente il profondo bisogno. In più abbiamo presentato una squadra nuova e giovane. Non era scontato, ma lo abbiamo fatto ed oggi i cittadini chiedono cambiamento.
Un suo commento sulla campagna elettorale?
Abbiamo parlato solo di contenuti e non abbiamo fatto polemica con nessuno. Quando ci sono delle idee da mettere in campo è di quelle che bisogna parlare, altrimenti vuol dire che non sappiamo dove vogliamo andare.
Ci parla dei suoi sostenitori?
Li ho trovati meravigliosi. Ci sono persone che si sono avvicinate alla campagna elettorale chiedendo di poter dare un contributo con entusiasmo ed energia perché è quella che percepivano da me e dalla mia squadra. Ma il loro sostegno non è mai stato banale o di forma, hanno spesso criticato o evidenziato cose che per loro non andavano e la risposta migliore possibile è stata quella di intervenire sempre, anche con una semplice risposta scritta o verbale, ma non lasciando mai inevasa un’istanza.
Una sua opinione sull’andamento delle elezioni amministrative-politiche?
Hanno premiato le scelte “fresche”, ma raccontano di un elettorato anche molto fluido e non più fedele ad una ideologia politica, ma che guarda alle persone, alla loro solidità e capacità di creare speranza e di comunicare, ma allo stesso tempo la suggestione che non rimanga tutto come prima. Certo ogni campagna elettorale grida al “cambiamento”, ma bisogna saperlo interpretare, ovvero bisogna sapere che le cose che si dicono poi vanno anche fatte. Ora c’è la verità appunto dei fatti, l’attesa che vuole il rispetto delle aspettative create. Saranno necessarie buone doti di gestione del conflitto, perché il vero cambiamento questo porta con sé.
Rispetto allo scorso mandato, come vi ponete?
C’è bisogno di proseguire alcuni lavori avviati e su quelli dovremo impegnarci molto. Non mi piace però parlare di continuità, perché il mondo che ci circonda evolve troppo velocemente, quindi anche gli obiettivi non possono rimanere fermi. Quindi direi che mi pongo secondo una logica di sano e necessario dinamismo. Ciò che ho fatto ieri non necessariamente può essere la scelta giusta per domani. Ma questo sarà il contesto a determinarlo o viceversa proveremo noi a contaminare in parte il contesto stesso.
Dato il vostro programma, qual è il provvedimento più urgente da attuare?
Le riqualificazioni urbane ed il mantenimento della pressione fiscale bassa. In genere credo nelle potenzialità del territorio di Calderara, in una sua collocazione e visione strategica più ampia. Possiamo dare un contributo importante anche alla futura città metropolitana. Innovazione, qualità dell’abitare e sani stili di vita.
Laura Palopoli