“Che cosa vuoi fare da grande?”
Sono interrogativi che tutti ci sentiamo rivolgere con più o meno frequenza prima di imboccare la nostra strada. Da piccoli ci si concede di prospettare un futuro utopico, quasi fantastico, che fa sorridere. Ma quando arrivi alle superiori questi dubbi cominciano ad essere pressanti: che cosa si vuole davvero fare della propria esistenza? Su che cosa si vuole investire? Abbiamo cercato di condurre un’indagine all’interno dell’istituto per vedere, nel corso di cinque anni di formazione superiore, come un ragazzo/a si veda proiettato/a al di fuori delle mura scolastiche. Ovviamente un ragazzo appena approdato in prima superiore non ha idea di cosa potrebbe riservargli il futuro. Infatti la risposta più frequente alla domanda: “Cosa ti aspetti dopo questi cinque anni di scuola?” è spesso il silenzio più totale. Si ha la speranza che tutto vada per il meglio, che la scuola possa indirizzare verso quella che sarà poi la vera vita. Abbiamo chiesto ad Alessia quale fosse la sua idea e lei ci ha risposto che ha sempre sognato di fare l’ostetrica da quando è entrata in un reparto maternità ed ha visto le neomamme con i bambini. Sa che sarà difficile e che dopo le superiori, è una ragazza che frequenta il primo anno, dovrà affrontare l’università, fare test ed essere presa in un vero e proprio ospedale, ma ciò è nulla rispetto alla prospettiva di dare il benvenuto a nuove vite e vedere la gioia di una nuova famiglia. Come sostiene Ilem, che frequenta invece la seconda, il nostro futuro dipende in gran parte dall’ambizione, che deve spronarci a puntare in alto e a tenere sempre ben presente il nostro obiettivo. Certo, si possono incontrare mille ostacoli, nel caso di Ilem, che è indecisa se proseguire gli studi di lingue o preferire psicologia, potrebbero essere la crisi economica e le università a numero chiuso. Consapevole di ciò, ha le idee chiare su altri punti, vuole viaggiare, prendere certificazioni, trovare un lavoro e, una volta terminati gli studi, creare una famiglia. Quando si raggiunge la terza invece, bisognerebbe iniziare a farsi un’idea più precisa su come investire per creare il futuro che condizionerà la nostra esistenza. Massenzio è deciso: vuole entrare nell’Esercito Italiano. Nel 2003, quando Nassiriya ha subito un attacco suicida, sono morti 25 soldati italiani. A quel tempo Massenzio aveva solo sei anni, eppure volle sapere della vita dei militari e cresceva sempre più in lui la voglia di farne parte. Una volta finite le superiori dunque, vuole entrare in accademia a Modena per poi frequentare la scuola di applicazione di Torino. Ma ha anche un piano di riserva: nel caso in cui non riuscisse ad entrare nell’accademia, l’altra opzione è il VFP (volontario ferma prefissata) e la sua carriera militare in quel caso arriverebbe fino a sottoufficiale. Vi starete chiedendo, perché un ragazzo di 17 anni dovrebbe scegliere una professione così rischiosa? Messenzio è consapevole di ciò a cui va incontro, e il concetto di patria è talmente fondamentale nella sua vita che lo porterà a fare una scelta che, speriamo, non rimpiangerà. Per quanto riguarda Matteo, invece, frequentante la quarta, la scelta ricadrà sicuramente sulla musica. Per ora fa parte di una band tributo ai Red Hot Chili Peppers, famoso gruppo rock americano. Questo progetto è iniziato tre anni fa quando Matteo e due suoi amici hanno deciso di intraprendere questo percorso. “È una fortuna” dice il batterista, “aver trovato una così grande intesa, se contiamo che avevamo anche gli stessi gusti musicali” conclude, “la creazione di questo gruppo era inevitabile”. Per ora Matteo sta incidendo una demo con pezzi cover dei RHCP, ma in futuro? Prossimamente ci sarà sicuramente un album serio con brani scritti da loro. L’università sarà comunque una parte indispensabile, ma la musica sarà impossibile da abbandonare. Ed infine arriviamo in quinta, il faccia a faccia finale tra i nostri sogni e la concretezza, senza dimenticare gli imminenti esami di maturità. La scelta di Martina è ricaduta sull’arte, più nello specifico, sull’architettura e design d’interni. Questa decisione, dunque, fa convergere le aspirazioni artistiche con ciò che vorrà fare concretamente nella vita. Spera di riuscire ad entrare al politecnico di Milano, ma nel caso non ci riuscisse, sceglierebbe Bologna o Faenza. “Sono anni” dice “che spero di poter lavorare in questo settore. Sono sempre stata affascinata dagli arredi moderni!”.
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